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8/29/2022
Prosegue in rosso la raccolta dei Piani individuali di risparmio, che a luglio, per il terzo mese consecutivo, fa segnare un dato negativo. Come rileva l’Osservatorio PIR di Plus24, l’inserto settimanale del Sole 24 Ore, dopo i -158,6 milioni di euro di maggio e i -76,2 milioni di euro di giugno, a luglio i fondi PIR tradizionali hanno registrato una raccolta negativa di -63,1 milioni di euro, a causa di un contesto di elevata incertezza macro e geopolitica che sta penalizzando i mercati finanziari, a cui va aggiunta la caduta del governo italiano e la conseguente incertezza sull’esito delle prossime elezioni.
Combinando i dati ufficiali di Assogestioni sul primo trimestre e quelli dell’Osservatorio PIR di Plus24 sul secondo trimestre più il mese di luglio, prosegue l’articolo, la raccolta netta stimata dei Piani individuali di risparmio da inizio anno registra un saldo negativo di -137 milioni di euro. In tale contesto, l’Osservatorio PIR evidenzia tuttavia che da inizio anno alcune società registrano comunque flussi positivi: Arca ha raccolto 48 milioni di euro, Mediolanum 40 milioni, Banca Generali 12,6 milioni. Alla fine del primo semestre 2022 l'asset under management complessivo era pari a 19,8 miliardi di euro, che corrispondono a circa l’1.7% del totale dei fondi collocati in Italia in termini di volumi.
Guardando avanti, sui PIR tradizionali (3.0) l’ufficio studi di Equita SIM stima una raccolta netta complessiva per tutto il 2022 di circa 100 milioni di euro, e asset under management per circa 19,2 miliardi di euro. “Nonostante le performance da inizio anno dei fondi siano negative (fondi azionari mediamente -18% da inizio anno, bilanciati -10.5%, flessibili -13.5%, obbligazionari -9.5%) - spiega Luigi De Bellis - quelle dal 2017 restano positive e questo potrebbe aver spinto qualche sottoscrittore anche a prese di beneficio (usufruendo per chi ha raggiunto il termine minimo di permanenza di 5 anni del beneficio fiscale)”.
Equita ritiene che l’incertezza macro e politica sull’Italia continuerà a pesare sulla raccolta netta per i prossimi mesi, prima di un recupero atteso che dovrebbe avvenire nell’ultima parte dell’anno o a inizio 2023.
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