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Azimut punta sulla valuta cinese

6/15/2011 | Marco Gementi

Azimut lancia Renminbi Opportunities, il primo fondo europeo UCITS III armonizzato che consente di puntare sulla valuta cinese


Renminbi Opportunities, è questo il nome del primo fondo europeo UCITS III armonizzato che consente di puntare sulla valuta cinese. A lanciarlo è Azimut che, a sei mesi dall’insediamento del gruppo a Hong Kong e Shanghai, inizia così la sua attività nella regione asiatica.


“Abbiamo avuto la fortuna di usufruire di un processo di liberalizzazione, avviato a luglio 2010, che permette anche ai privati di detenere liquidità in Renminbi (Rmb) a Hong Kong e alle società, cinesi o straniere, di emettere obbligazioni in valuta cinese (dim sum bond)” spiega ad Advisoronline Pietro Giuliani, presidente e Ceo di Azimut che ricorda il crescente interesse degli investitori per questa valuta come dimostra “l’aumento dei depositi privati in yuan (da 90 a 510 miliardi di nove mesi) e l’enorme domanda di dim sum bond”.

 

Si è creato “un mercato sufficientemente liquido da consentire la nascita di un comparto su tale valuta” continua Giuliani che ricorda che il fondo Renminbi Opportunities offre: un’esposizione diretta alla valuta cinese, attraverso un veicolo UCITS III armonizzato; una diversificazione degli investimenti su una nuova valuta sin qui poco presente nei portafogli nonostante sia la prima al mondo per ammontare di riserve e su una nuova asset class in forte crescita (i dim sum bond); una volatilità contenuta rispetto ai prodotti azionari che investono in Cina e una liquidità giornaliera senza limiti di importo.


 “Si tratta di un prodotto pensato per tutte le aziende europee (e quindi anche italiane) che hanno relazioni commerciali/industriali con la Cina” conclude Giuliani. “Un prodotto che inorgoglisce perché realizzato da un’azienda italiana quotata che vuole aiutare le nostre aziende (italiane in primis) in Europa, ad operare più facilmente in Cina (ad esempio neutralizzando il rischio cambio)”.


 Al momento è previsto un investimento minimo di 250mila euro. In una seconda fase il fondo, o altri della stessa famiglia, potrebbe essere destinati anche al retail.

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