La Grecia? E' il cuore della crisi. Il Portogallo? E' al sicuro fino al 2013. L'Irlanda? Potrebbe ripartire. La Spagna? Entra in una fase di incertezza. L'Italia? Aumentano i dubbi.
Eric Chaney e Laurence Chieze-Devivier, di Axa Investment Managers, sollevano ancora molti dubbi intorno ai paesi periferici del vecchio continente. In particolare, i due esperti, considerano la Grecia ancora "il cuore della crisi dei debiti sovrani in Europa" scrivono. "La dinamica del suo debito è insostenibile. Le autorità politiche europee dovranno adottare delle misure entro fino anno. Le obbligazioni finiranno certamente col subire delle perdite".
Differente la visione intorno al Portogallo che, grazie alle riforme previste, dovrebbe "riuscire a stimolare il potenziale di crescita, che allo stato attuale non è sufficiente a garantire la solvibilità a lungo termine" e per questo il paese è sicuro fino alla fine del 2013.
In scia al Portogallo gli esperti di Axa indicano l’Irlanda che "è alle prese con un surplus di capitale e dovrebbe ricominciare a crescere presto". Per ora, però, il peso del debito bancario è ancora eccessivo.
Più difficile la situazione di Spagna e Italia. La prima deve fare i conti con un periodo di incertezza politica ma, anche se il ‘debito nascosto’ delle regioni locali è maggiore del previsto, "il paese rimane solvibile, in quanto il debito pubblico è basso". L'Italia, invece, rimane debole. La ripresa è lenta e sono molti i dubbi circa la solvibilità futura. Sono necessarie riforme della produttività per fugare queste incertezze.