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Fondi comuni, record di flussi per i bilanciati

4/14/2011 | redazione

EFAMA ha pubblicato oggi gli ultimi dati relativi all'industria dell'asset management europea. I principali dati che emergono dal report mettono in evidenza ...


 

EFAMA ha pubblicato oggi gli ultimi dati relativi all'industria dell'asset management europea. I principali dati che emergono dal report mettono in evidenza una minore attività di raccolta sugli istituzionali e la ritornata voglia di bilanciare gli asset.

 

Nel dettaglio la raccolta netta dei fondi UCITS ha raggiunto i 27 miliardi di dollari, una crescita significativa rispetto al dato di gennaio quando i flussi netti ammontavano a soli 12 miliardi. Questo incremento può essere spiegato considerando il flusso record dei bilanciati e un ri-bilanciamento dell'esposizione sui monetari. 

 

Per quanto riguarda i fondi equity essi hanno attratto solo 3 miliardi di dollari contro i 9 del mese precedente. Mentre i fondi obbligazionari continuano ad essere stabili con 3 miliardi, in lieve rialzo rispetto ai 2 miliardi di gennaio. 

 

I fondi bilanciati sono stati testimoni nel mese di febbraio di un record di flussi netti a quota 8 miliardi contro i 4 miliardi del mese precedente. E anche i fondi monetari sono stati testimoni di un turnaround con un un flusso di raccolta pari a 8 miliardi. Si tratta di un significativo cambiamento per il comparto con il record  di flussi raggiunto nel mese di gennaio, quando il totale era di 11 miliardi. 

 

I fondi non UCITS nel totale hanno generato 9 miliardi di raccolta a febbraio contro i 13 di gennaio. Questa riduzione è da attribuirsi al basso livello di raccolta di flussi riservata agli investitori istituzionali. 

 

I fondi UCITS invece nel totale hanno generato un ammontare di 5,921 miliardi, in crescita dell'1,2% rispetto a fine gennaio. I fondi UCITS hanno attratto un alto livello di flussi netti nel mese di febbraio da agosto 2010, dovuto al turnaround di flussi netti nel mercato dei fondi monetari.

 

Questo turnaround potrebbe essere parzialmente spiegato dalle problematiche geopolitiche che stanno interessando il Nord Africa e l'aumento del prezzo del petrolio che ha reso più cauti gli investitori. 

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