Meglio i fondi "comportamentali", ossia quelli che si basano sulle tecniche di "behavioral finance". Perché offrono un maggiore rendimento, un miglior rapporto rischio/rendimento e una performance migliore nei mesi di gennaio, maggio e dicembre.

A evidenziare questi elementi è uno studio condotto dall'area research di Banca Monte dei Paschi di Siena che ha analizzato le tecniche della "behavioral finance" per capire lo logiche di comportamento degli operatori e quali sono le regole che guidano gli analisti al momento della formulazione delle stime.

Lo studio è stato condotto su un campione di 16 fondi azionari di 6 diverse società di gestione e mostra che i fondi behavioral sembrano confermare la capacità di ottenere performance migliori nelle fasi di mercato favorevoli e perdite inferiori nei momenti turbolenti rispetto ai fondi tradizionali. 

Che cosa evidenzia lo studio? Come si diceva la ricerca evidenzia delle caratteristiche a favore dei fondi behavioral rispetto a quelli tradizionali. I primi infatti mostrano dei rendimenti maggiori nelle fasi di mercato favorevoli e delle perdite inferiori nei momenti di mercato turbolenti. Così come allineata la volatilità tra i diversi fondi, il miglior rendimento spetta a quello behavioral, che quindi innalza il rapporto tra rendimento/rischio rendendolo maggiore rispetto a quello dei fondi tradizionali. 

Inoltre i fondi behavioral presentano una curtosi più elevata, questo vuol dire che detenere questi fondi potrebbe esporre a sporadici guadagni elevati, così come a drammatiche perdite. Infine lo studio mostra come questi fondi si possano definire "stagionali" ossia tendano a performare meglio in determinati periodi, dicembre, gennaio e maggio. 

 

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