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9/4/2012
Ormai anche il mercato obbligazionario sembra non dare più le soddisfazioni di un tempo ma secondo Chris Iggo, chief investment officer di AXA IM, è ancora possibile ottenere dei buoni rendimenti attraverso l'allocazione attiva.
Come affrontare la BCE?
Dal punto di vista tattico, un modo per giocare d’anticipo nei confronti della BCE sarebbe quello di adottare un’esposizione sulle obbligazioni a breve nei Paesi periferici.
Il rischio è, ovviamente, che i politici impediscano alla BCE d’intervenire o che il ESM non venga utilizzato, nel qual caso, i premi al rischio salirebbero di nuovo e la fiducia tra gli investitori riguardo alle capacità delle autorità politiche di salvare la moneta unica – peraltro già scarsa – scenderebbe ancora una volta.
In numerosi hanno predetto la fine dell’euro e c’è ampio margine per delusioni di breve periodo nel caso in cui la BCE non reagisca abbastanza prontamente o energicamente.
Quale è il sentiment degli investitori?
Credo che i diversi attori del mercato siano preparati ad affrontare qualunque novità settembre abbia in serbo, dopo un’estate tranquilla.
Potrebbe inoltre esserci anche il desiderio di salvaguardare i considerevoli guadagni realizzati sui mercati obbligazionari fino ad oggi.
Dal punto di vista dei mercati, il rendimento del credito investment grade ha vacillato – dal 7,5% negli USA a oltre l’11% in sterline. Gli indici high yield sono in rialzo al disopra del 10% e i rendimenti del debito finanziario subordinato stanno toccando quota 20%. Gli spread del credito si sono ridotti durante l’estate, rispettivamente tra i 30bp e i 40bp nell’investment grade e tra i 30bp e i 70bp negli USA e nell’high yield europeo.
Gli spread non sono così ridotti come a metà del 2011 ma si attestano attualmente ai livelli più bassi dell’anno. Con le curve dei titoli di Stato già basse, ciò implica che i rendimenti complessivi nel reddito fisso non sono mai stati così poco appetibili.
Una conseguenza della reflazione monetaria e di tassi d’interesse ufficiali ostinatamente bassi potrebbe essere un ulteriore ribasso degli spread, soprattutto poiché l’offerta continua ad essere inferiore alla domanda, ma anche così è difficile pensare che i rendimenti dell’anno prossimo possano essere di molto superiori a quelli di quest’anno.
Ci sono ancora opportunità interessanti nella parte sub-investment grade del mercato, dove i rendimenti in Europa sono ancora mediamente superiori all’8%, percentuale ancora interessante per un’asset class con una duration obbligazionaria media di soli 3,5 anni.
Gli obbligazionari possono ancora regalare "emozioni"?
Certo, è ancora possibile ottenere dei buoni rendimenti sui mercati obbligazionari a seconda dell’approccio adottato.
E’ importante, ora più che mai, che gli investitori guadagnino accesso a tutte le parti del mercato obbligazionario.
L’allocazione attiva tra i diversi settori obbligazionari (titoli di Stato, corporate bond, debito high yield e dei mercati emergenti) combinata con un’allocazione attiva delle esposizioni ai tassi d’interesse, all’inflazione e al credito è un modo di battere le restrizioni offerte dai bassi rendimenti del mercato.
Gli investitori obbligazionari hanno goduto di rendimenti molto cospicui negli ultimi anni. Conservare quei rendimenti implica un approccio più strategico e a beta inferiore.
Saranno numerosi i temi macro che traineranno le decisioni riguardanti l’allocazione attivi, includendo la prossima fase della crisi dell’euro, le elezioni negli USA, il “fiscal cliff” e come il precipizio fiscale verrà affrontato, l’aumento dell’inflazione delle commodity, le sfide della gestione dell’economia cinese e i cambiamenti politici ed economici in altri mercati emergenti.
Anche se i rendimenti potrebbero essere molto scarsi, è certo che i mercati obbligazionari non ci annoieranno.
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