La parola d'ordine dei grandi investitori è "dash to cash", ovvero destinazione liquidità. Secondo la consueta ricerca condotta da BofA Merrill Lynch tra i fund manager, nel mese di giugno i gestori sono pronti ad aumentare la loro quota di liquidità, portandola intorno al 5,3% dell'intero portafoglio, in crescita rispetto al 4,7% di maggio e al livello più alto da gennaio 2009. 

 

A determinare una tale decisione è il crollo dell'ottimismo tra i gestori intervistati. Il fallimento dei recenti interventi politici  e le indecisioni degli ultimi mesi hanno spinto ai livelli minimi, dall'autunno del 2011, la fiducia dei funds manager. Oggi solo il 5% degli investitori è pronto a scommettere su una crescita dell'economia nei prossimi 12 mesi, mentre è in aumento il numero di funds manager che credono in un futuro dominato da drastiche perdite. Non a caso per il 73% dei soggetti intervistati, nei prossimi 4 mesi, assisteremo ad un Quantitative Easing firmato BCE, mentre per il 44% l'intervento di salvataggio sarà firmato Fed. 

 

Tutto questo si traduce in una riduzione dell'esposizione in portafoglio degli investimenti azionari a favore dei mercati obbligazionari. In particolare, secondo BofA Merrill Lynch Survey of Fund Managers di giugno, il 48% del panel di gestori è pronto a sottopesare il mercato azionario, il livello più alto dall'agosto del 2011, mentre l'83% si dichiara pronto a sovrappesare le obbligazioni, percentuale in crescita rispetto al 74% di maggio