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Consulenti (ex-promotori), ecco un'alternativa ai bond europei

5/24/2012 | Massimo Morici

Il mercato del debito corporate emergente si è espanso a ritmi sostenuti negli ultimi anni e offre interessanti opportunità. Lo spiega ad AdvisorOnline David Oliphant gestore del fondo Threadneedle (Lux) Emerging Market Corporate Bonds


Paura delle ripercussioni della Grecia sui mercati obbligazionari europei? Un'alternativa dove indirizzare gli investimenti potrebbe essere il mercato del debito corporate emergente, che si è espanso a ritmi sostenuti negli ultimi anni. Una crescita sorretta da fondamentali e rating in miglioramento, da una maggiore fiducia nella crescita delle economie emergenti e dalla domanda di asset in grado di generare reddito. “In questo momento, la maggior parte dei titoli è denominato in dollari, anche se nel tempo  immaginiamo un incremento di emissioni nel mercato locale come è accaduto nel mercato del debito sovrano. Tuttavia la percezione del rischio da parte degli investitori non è cambiata rispetto ai livelli di affidabilità di altri asset nei paesi più sviluppati” spiega David Oliphant (nella foto), head of investment grade credit di Threadneedle e gestore del fondo Threadneedle (Lux) Emerging Market Corporate Bonds.


“Siamo ancora lontani dall'affermare – prosegue - che sia più rischioso investire in un bond del governo spagnolo piuttosto che in un titolo corporate malesiano presente oggi sul mercato. Il mercato dei corporate bond emergenti include un ampio livello di diversificazione geografica, che include curve dei rendimenti relativamente liquidi dalle società domiciliate in Asia, America Latina, Medio Oriente, Est Europa, Russia e Ucraina. I settori sono gli stessi che si trovano nei mercati più evoluti, ma con un maggiore perso nelle materie prime e nei settori energetici”.


In termini di investimento la casa di gestione britannica ha provato a dare una definizione di ciò che costituisce il mercato corporate emergente: società che traggono ricavi o benefici nei profitti da queste economie, ma sono domiciliate e regolate secondo standard dei paesi sviluppati. E un buon esempio, prosegue il gestore di Threadneedle, potrebbe essere Standard Chartered Bank, banca britannica (vi lavorò per molti anni l'ex premier conservatore John Major) dalla vocazione internazionale e la cui profittabilità nei prossimi anni dipenderà in gran parte dalla Corea e dall'India.

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