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Tomlins (M&G): "High yield, ecco perché sono positivo"

5/17/2012 | Roberto Abate

Il tasso di default per le obbligazioni ad alto rischio dal 2007 è stato minore rispetto alle attese, spiega in un recente commento James Tomlins, gestore dell’M&G European High Yield Bond


"Sono positivo sulle obbligazioni high yield: gli spread del credito high yield rimangno allettanti e sovracompensano per l’assuzione di rischio da parte degli investitori". Così James Tomlins, gestore dell’M&G European High Yield Bond, in un recente commento apparso sul blog Bond vigilantes. L’opinione ottimista del gestore si basa sui solidi bilanci di cui godono molte aziende emittenti obbligazioni high yield.


Dalla crisi Lehman, infatti, molte società del comparto hanno ridotto il livello di indebitamento e aumentato la posizione di liquidità con il risultato di finanze in buono stato. Il gestore ritiene pertanto che gli extra rendimenti offerti diano una ricompensa sufficiente al rischio che le emittenti non riescano a ripagare i propri debiti. La posizione di Tomlins, secondo cui il rischio di default implicito negli spread sulle obbligazioni high yield è eccessivo, è stata sostenuta anche da una recente ricerca di Deutsche Bank che mostra come il tasso di default per le obbligazioni high yield dal 2007 è stato minore rispetto alle attese.   Il massiccio intervento delle autorità finanziarie inoltre dl 2008 in poi ha aiutato a tenere sotto controllo i default delle aziende. "Tuttavia, questi tassi di default relativamente bassi non si rispecchiano negli spread sui bond high yield. Anche se si sono contratti rispetto ai picchi raggiunti all’inizio del 2009, gli spread sono ancora ampi rispetto allo storico", spiega Tomlins.


Il gestore continua a preferire i rating BB e B, che alla fine di aprile costituivano circa il 78% del portafoglio. Secondo Tomlins, gli spread sulle emissioni appartenenti a queste fasce di credito sono particolarmente interessanti. D’altro canto, il fondo ha un’esposizione relativamente bassa alle obbligazioni con rating CCC, pari a circa il 12%. Parlando di settori, il gestore rimane focalizzato sui settori industriali più difensivi come quello delle aziende di telecomunicazioni, cable e di packaging. La sua opinione è che le aziende in certe parti d’Europa stanno affrontando un contesto economico difficile e quindi mantiene posizioni minime su aziende cicliche come produttori di beni di consumo e automobili.

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