“Uno dei principali vantaggi dell'indicizzazione è il basso livello delle commissioni, che ha una forte correlazione storica con una performance dei fondi superiore alla media.

Crediamo che i fondi indicizzati abbiano introdotto una pressione competitiva sui prezzi nel settore, a vantaggio di tutti gli investitori. Vanguard ritiene che i fondi a basso costo, attivi e indicizzati, continueranno a svolgere un ruolo importante nei portafogli degli investitori, a differenza dei fondi ad alto costo”. Simone Rosti, head of Italy & Southern Europe, Vanguard torna sul tema commissioni e ribadisce una delle più note convinzioni che accompagnano da sempre il mondo degli strumenti indicizzati. Convinzione che trova oggi conferma nei dati elaborati dall’Investment Strategy Group (ISG) di Vanguard che ha stimato che dal 2011 gli investitori europei, grazie all’utilizzo di strumenti indicizzati, compresi gli ETF, hanno risparmiato 90,6 miliardi di euro in termini di costi d'investimento aggiuntivi.

Vanguard, per calcolare l'importo risparmiato dagli investitori ha preso in considerazione il patrimonio degli strumenti indicizzati e lo ha moltiplicato per la differenza tra i coefficienti di spesa dei fondi attivi e di quelli indicizzati per i fondi domiciliati in Europa. L'analisi mostra come nel Vecchio Continente si sia verificato un effetto di contenimento dei costi dei fondi di investimento. Negli ultimi 12 anni, sia i TER dei fondi attivi sia di quelli passivi sono diminuiti. Ma, nonostante la riduzione dei costi, la differenza del livello commissionale tra fondi attivi e fondi indicizzati è ancora netta: il rapporto di spesa medio ponderato sul patrimonio alla fine del 2023 era pari all’ 1,05% per i fondi attivi rispetto allo 0,21% per i fondi indicizzati.