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10/24/2022 | Redazione Advisor
Quasi otto miliardi di deflussi tra luglio e agosto. Come si legge su Affari&Finanza, l’inserto de La Repubblica, Morningstar segnala che nel terzo trimestre i "fondi indice" europei hanno subito 7,9 miliardi di deflussi netti (sottoscrizioni meno riscatti). Il segno negativo, in quasi sette anni di rilevazioni, era stato registrato una sola volta, nel primo trimestre 2020, allo scoppio della pandemia. Interpretare le spinte che hanno determinato il fenomeno non è immediato.
Mettendosi nei panni di un piccolo risparmiatore, il quesito pub essere questo: meglio giocare in difesa replicando il rendimento del benchmark o scommettere sulla capacità del gestore di fare meglio, a fronte di commissioni più elevate? È l'interrogativo che si para davanti a chi deve scegliere se investire su un Etf o su un fondo comune, quest'ultimo solitamente dalle strutture di vendita retribuite tramite le retrocessioni corrisposte dalle case prodotto.
Marco Chinaia, analista della società di analisi indipendenta Consultique, segnala che nel 20211a commissione di gestione media degli Etf azionari proposti in Europa è stata dello 0,2% annuo, quella dei fondi dell'1,56%, sette volte tanto. 2Inoltre, mentre il valore di questi ultimi viene calcolato su base giornaliera, gli Etf sono quotati sulle principali borse mondiali e questo li rende più liquidi. Poi sono accessibili a tutti, dato che con una somma minima si possono acquistare tutti i titoli di un indice, diversificando i rischi2, aggiunge Chinaia, ricordando perb anche l'altra faccia della medaglia: per i cloni finanziari è impossibile fare meglio dell'indice di riferimento.
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