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Esma, l'altra faccia della medaglia

8/7/2012

Le linee guide dell'Esma dello scorso 25 luglio hanno portato una rivoluzione nel mondo degli Etf targata "trasparenza". Ma quest'ultima non è così scontata come si potrebbe pensare.


Il settore degli Etf ha vissuto una piccola rivoluzione lo scorso 25 luglio, quando l’European Securities and Markets Authority ha pubblicato una serie di linee guida per il mercato europeo dei replicanti volte a portare maggiore trasparenza nell’industria e benefici per gli utilizzatori.
 


  
Le nuove regole
In base ai criteri indicati nel documento di consultazione, i gestori devono restituire tutte le entrate, al netto dei costi, generate tramite il prestito titoli agli aderenti del fondo. Le case di gestione dovranno inoltre indicare nel prospetto eventuali commissioni, dirette o indirette, e i costi legati al prestito titoli, oltre che l’identità delle parti coinvolte.
 
Sul fronte della trasparenza, le nuove politiche sono ideali per gli investitori, i quali sono finora stati per lo più all’oscuro di come procede esattamente l’attività di prestito titoli. Ma, come riporta Morningstar.it, i nuovi orientamenti non significano necessariamente che verranno garantite agli investitori finali maggiori benefici, o che le operazioni di prestito titoli saranno meno redditizie per le case di gestione.


  
Possibile falla

L’obbligo di restituzione del 100% dei ricavi derivanti dalle operazioni di prestito titoli è, sulla carta, positivo. Ma quando è al netto delle spese dirette e indirette e dei costi (e i gestori possono allocare le commissioni e le spese come meglio credono) allora la stipula perde molta forza.
 
Naturalmente, lo spirito delle nuove politiche sul prestito titoli è positivo per gli investitori, quindi è del tutto possibile che alcuni emittenti decidano di attenersi a quell’idea e di prendere misure per assicurarsi che i gli aderenti ottengano maggiori benefici da queste operazioni. Ma questa non è una conclusione scontata visto che spese e costi hanno un campo di allocazione abbastanza libero.

 

I dettagli del prestito titoli
Infatti nel prestito titoli i costi possono essere sostenuti in diverse fasi del processo, prima che l’investitore ottenga accesso a ciò che rimane alla fine.

Tali costi possono variare da sconti ai mutuatari titoli al fine di facilitare le relazioni, a spese legate agli agenti di prestito e alla custodia, a commissioni derivanti da investimenti effettuati con il cash collateral, ai costi per organizzare il servizio. Allo stato attuale, un emittente potrebbe pretendere di dividere le entrate del prestito titoli a metà con gli investitori del fondo. In ottemperanza alle nuove linee guida, l’emittente potrebbe mantenere lo stesso importo per se stesso sotto forma di commissioni per poi distribuire il resto agli investitori. L’unica vera differenza è che a questo punto le commissioni dovranno essere indicate nel prospetto.
 

L'obiettivo finale
  
Il fine ultimo è che una maggiore trasparenza faccia scendere le spese a capo degli investitori, rendendole più evidenti e spingendo ad una maggiore pressione competitiva sui prezzi dei fondi.

Un’altra speranza è che le case di gestione siano spinte a rimodellare il loro approccio filosofico al prestito titoli, assicurando che gli investitori finali ricevano la maggior parte dei proventi, visto che sono proprio loro a sostenere il rischio maggiore nel prestito titoli.  

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