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4/15/2011 | Federico Leardini
GOLDMAN SACHS NEL MIRINO - Ancora scontri tra le grandi banche internazionali e le autorità di sorveglianza degli Stati.
Dopo mesi segnati da querelle riguardanti molti istituti europei e di Wall Street, circa il loro ruolo in operazioni poco trasparenti a danno dei clienti, nelle ultime due ore due nuovi casi si sono guadagnati gli "onori" delle prime pagine dei giornali internazionali.
Negli Stati Uniti, Capitol Hill ha puntato il dito ancora una volta contro Goldman Sachs a causa di una distorta informazione, a detta del Presidente democratico del Senato Carl Levin, che la banca avrebbe fornito agli acquirenti di alcune mortgage backed securities.
"Riferiremo alla Sec - ha affermato il Chairman Levin - a nostro avviso Goldman Sachs ha intenzionalmente disinformato i propri clienti e il Congresso circa quei prodotti da lei venduti".
Un nuovo grattacapo per la grande banca americana dopo i 550 milioni di dollari che pochi mesi fa sono stati sanzionati per frode verso gli investitori relativamente ai prodotti Abacus.
LE GRANE DI JULIUS BAER - Grane anche in Europa per le banche.
Julius Beer si è mossa d'anticipo rispetto ad altri istituti e ha chiso una vertenza col governo tedesco relativa a un potenziale ruolo che la banca elvetica avrebbe avuto nella copertura di alcuni clienti accusati di evasione fiscale da Berlino.
50 milioni di euro la cifra che ha chiuso la faccenda, prima che venissero resi noti i dettagli sul coinvolgimento dei dipendendi.
Ma non sembra finita qui. In scia a quanto fatto da Julius Baer gli osservatori si interrogano circa la possibilità che altre banche svizzere nei prossimi giorni possano transare con le autorità tedesche.
Il nome sulla bocca di molti esperti è quello di Credit Suisse, ma dal grande istituto di Zurigo non ha ancora commentato.
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