Se l'Europa non viaggia in mari tranquilli, gli Stati Uniti non sono da meno. "A seguito della diffusione di una serie di dati economici relativamente favorevoli nei mesi di gennaio e febbraio, la maggior parte dei risultati registrati nel secondo trimestre è apparsa di nuovo deludente e inferiore alle attese" spiega subito John Greenwood, chief economist di Invesco, che ricorda, tra l'altro, come la possibilità di uno shock fiscale negativo sia "potenzialmente in grado di ridimensionare la crescita del Pil reale di un buon 3% a inizio 2013, qualora il Congresso non riuscisse a mitigare gli effetti dell'incombente contrazione fiscale".