Crescita organica, mercati emergenti e prodotti azionari globali. Sono le tre nuove facce che Pioneer Investments ha presentato oggi a Milano, nell'ambito del nuovo piano strategico. Il global CEO Roger Yates e l'amministratore delegato Pioneer Investments Italia Sandro Pierri hanno illustrato le iniziative della società per i prossimi cinque anni. Pilota automatico sulla "crescita organica", da realizzare con il pieno sostegno dell'azionista UniCredit e supportata da solidi fondamentali finanziari. Un'accelerazione che prevede il rafforzamento dei team di gestione e la creazione di aree di eccellenza che consentiranno di offrire prodotti più competitivi ai clienti. C'è poi una componente geografica da indirizzare verso una razionalizzazione in altri mercati.

Nel piano di rafforzamento della macchina degli investimenti, Pioneer Investments tempera il reddito fisso europeo e statunitense, un settore nel quale la società gestisce oltre 90 miliardi di euro. I mercati emergenti continueranno a fare da traino all'economia internazionale, tant'è vero che, per cogliere al meglio le opportunità, si è scelto di creare un centro di investimenti a Londra in grado di concentrare gestori azionari, obbligazionari e analisti focalizzati sul settore emergente. Altro tassello è il dividendo: nell'hub di Dublino i vari team gestiscono i prodotti obbligazionari e azionari europei nel tentativi di sviluppare il segmento dei prodotti ad elevato dividendo. "L'espansione - sottolinea Roger Yates (nella foto) - passa soprattutto per l'Asia, una regione in cui abbiamo intenzione di cominciare a costruire, dove il business dell'asset management ha prospettive di grande forza. Per questa ragione, si è optato per la nomina di Jack Lin in qualità di nuovo responsabile per l'Asia e il Medio Oriente di Pioneer. Un altro obiettivo è l'espansione in Taiwan, paese in cui nel solo 2011 abbiamo registrato una raccolta netta pari a 700 milioni di euro e dove oggi siamo il sesto asset manager per dimensioni. Non dimentichiamoci Corea e Singapore, in fatto di business".

E neppure gli Stati Uniti d'America, paese dove nel 1928 ha avuto origine il sogno della società: "Prevediamo di incrementare del 25% la forza vendita, mentre nel Regno Unito lanceremo una Sicav con struttura Master/Feeder molto utile per la futura piattaforma". In Italia, in cui Pioneer genera oggi circa il 50% dell'Ebit totale, la società continuerà a lavorare a stretto contatto con le reti captive del gruppo UniCredit per le quali i prodotti di risparmio gestito rimangono "strategici" per i portafogli della clientela. "Al servizio delle reti UniCredit - aggiunge Sandro Pierri - metteremo a disposizione tutta la nostra esperienza maturata a livello internazionale". D'altronde il responsabile distribuzione Western Europe e International non ha dubbi: "La strategia è necessaria ma è la parte dell'esecuzione a fare la differenza". La competizione si giocherà sull'innovazione del prodotto. Ad oggi, il Pioneer Fund è il terzo fondo più longevo negli Stati Uniti, ed è la seconda società di asset manager in Italia. Il totale degli asset in gestione (dato raccolto a dicembre 2011) è di 162 miliardi di euro. Il 40% dei fondi della gamma internazionale detiene 4/5 stelle Morningstar. 

 

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