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7/25/2023 | Marcella Persola
Nonostante un contesto di grande incertezza vuoi per l’elevato tasso di inflazione, l’aumento dei tassi di interesse, il private equity italiano mantiene la sua stabilità come conferma la 42° edizione della Private Equity Survey, studio semestrale di Deloitte Private, elaborato con il supporto di AIFI. Nello specifico nel primo semestre del 2023 si sono registrati 217 deal, un numero in linea con i dati relativi allo stesso periodo del 2022 (212), sebbene in leggera diminuzione rispetto ai valori record rilevati nella seconda parte del 2022 (281).
In rialzo anche il Deloitte PE Confidence Index per il secondo semestre del 2023, che si attesta su un valore di 104 punti a cui corrisponde un numero di deal atteso pari a 225, influenzato da un più concreto ottimismo sul futuro, che vede il 70% degli operatori prevedere un miglioramento o una stabilizzazione del panorama economico italiano nei prossimi sei mesi (contro circa il 55% della passata edizione).
In aumento - secondo lo studio - la quota di operatori che durante il prossimo semestre dedicherà la maggior parte del proprio tempo alla ricerca di nuove opportunità di investimento, assestandosi al 51,9%.Di parallelo cresce l’attenzione verso le politiche ESG, considerato un importante strumento di creazione di valore in grado di restituire agli investitori, nel medio-lungo termine, ritorni superiori alla media. Si attesta infatti al 12,8% la quota di chi dichiara di considerare le strategie ESG come il trend più impattante sulle decisioni di investimento per il semestre a venire, mentre una quota del 8,9% di rispondenti (+6,1 p.p. vs il semestre passato) dichiara che l’ESG rating rappresenterà l’attività di focus principale in merito alle società controllate.
Guardando ai settori si registra una leggera diminuzione dell’interesse da parte degli operatori nei confronti dei settori come quello industriale e dell'helathcare o dei media. Aumenta invece l’interesse nei confronti di beni di consumo, ICT e cleantech.
In termini geografici invece diminuiscono le preferenze degli investitori nei confronti del Nord Italia, scendendo all’82,7% (-6,6 p.p. rispetto al semestre passato), a favore del Centro Italia, che vede più che raddoppiato l’interesse degli operatori, da 5,4% a 11,5%. Tornano positive, sebbene sempre ridotte, le preferenze nei confronti del Sud Italia, assestandosi a 3,8%, mentre diminuisce l’interesse verso le operazioni al di fuori dei confini italiani, assestandosi a 1,9%.
"Coerentemente al semestre precedente, il settore italiano del private equity e venture capital continua a distinguersi positivamente in un contesto globale avverso. Il numero di operazioni conclusesi rimane in linea con i semestri precedenti, nonostante sia importante notare come il valore medio delle transazioni risenta della mancanza di cosiddetti "mega deal" nel corso del 2023. Al contrario, si osserva un ritorno verso operazioni mirate al mid-market, segmento storicamente virtuoso per il nostro paese e ancora una volta capace di affrontare con flessibilità gli ormai noti fenomeni di incertezza” – dichiara Elio Milantoni, head of Deloitte M&A Advisory. “L’attenzione degli operatori rimane dunque rivolta alla resilienza e potenzialità dei business analizzati, segnalando una comunque razionale cautela nell’approccio agli investimenti, che continua ad essere segnata dalle non trascurabili politiche monetarie restrittive e dai fenomeni inflattivi che, seppur sotto maggior controllo rispetto al semestre passato, rimangono persistenti.”
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