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5/24/2017 | PierEmilio Gadda
Anni di politiche monetarie ultra-espansive da parte delle maggiori banche centrali hanno contribuito a stabilizzare i mercati, mettendo però a dura prova le performance di portafoglio. A differenza del retail, i grandi patrimoni hanno a disposizione una gamma più ampia di opportunità che possono essere valorizzate nella caccia al rendimento. Un esempio è quello dei fondi hedge. Nel corso del 2016, questo segmento dell'inustria ha attraversato una fase complicata, penalizzato da un calo della volatilità, che è linfa vitale per le strategie alternative. "L'errore più grave da parte dei gestori è non aver compreso che il quantitative easing avrebbe continuato ad influenzare i mercati in modo determinante. Oggi la situazione sembra evolvere a favore delle strategie alternative - spiega Stefano Bestetti, director di Hedge Invest Sgr -. I tassi in rialzo potrebbero favorire un aumento della volatilità, mentre la politica fiscale sembra alimentare una maggiore divergenza tra settori e aree geografiche.
Un contesto più adatto ai gestori in grado di dare valore aggiunto". Intanto, nell'industria del wealth management si sperimentano soluzioni inedite per incanalare i grandi patrimoni a caccia di rendimento verso il mondo imprenditoriale, imbrigliato nella dipendenza dal canale bancario e desideroso di accedere a nuove fonti di finanziamento. "Qualche anno fa abbiamo lanciato Libera Impresa, un'iniziativa nata per creare un ponte tra i nostri clienti, alla ricerca di nuove forme d'investimento e i nostri imprenditori. Il bilancio è positivo - racconta Paolo Martini, ad di Azimut Capital Management - abbiamo investito 25 milioni a livelli di gruppo, acquistato partecipazioni in 8 società, raccogliendo, a distanza di 4 anni, 400 milioni di euro destinati a finanziare 170 imprese. La nuova sfia è legata al fondo Ipo Club, che ha raccolto 120 milioni con lo scopo di investire in 8/10 aziende target, per accompagnarle alla quotazione in Borsa".
Al tempo stesso, non è venuto meno l'interesse per l'investimento nel real estate, che viene declinato attraverso nuove soluzioni. "Abbiamo coinvolto alcuni dei nostri clienti imprenditori in club deal aventi come oggetto l'acquisizione di asset immobiliari nella costa ovest degli Stati Uniti, dove siamo molto presenti", racconta Stefano Manfrone, responsabile rete BNL-BNP Paribas Private Banking. Certo, per catturare valore in uno scenario di tassi ai minimi è necessario anche essere disposti ad aumentare la propria propensione al rischio. "E qualche segnale in questo senso sembra intravedersi anche tra gli HNWI italiani, cresciuti nella cultura dei btp". Manfrone ricorda come negli ultimi anni moltissimi imprendtori abbiamo venduto l'azienda a fondi di private equity o altre aziende, ritrovandosi improvvisamente ad amministrare patrimoni molto importanti.
"C'è una crescente consapevolezza da parte dell'imprenditore che sia necessario separare il patrimonio personale, la ricchezza imprenditoriale da quella finanziaria- spiega Achille Gennarelli, responsabile wealth advisory di J.P. Morgan Private Bank -. Dal 2008 si sono verificate molte cessioni di azienda. Una volta c'era la convinzione che un'impresa potesse sopravvivere e crescere anche in assenza delle giuste capacità e professionalità all'interno del nucleo famigliare. Oggi il capo azienda capisce che se mancano queste risorse, è meglio valutare una cessione dell'azienda e trasmettere agli eredi un patrimonio finanziario correttamente amministrato e gestito, con l'aiuto di bravi consulente e in ottica di pianificazione generazionale".
Rivivi il Wealth Management Forum 2017 svoltosi lunedì 8 maggio al Principe di Savoia di Milano e che ha visto la partecipazione di importanti esponenti del mondo private.
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