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Le novità rendono gli ELTIF più proficui

9/27/2024 | Eriprando Guerritore*

Il nuovo regolamento ha già impattato sull’economia reale, nel settore delle infrastrutture, che si è tradotto in un maggiore finanziamento nei trasporti, nelle energie rinnovabili e nelle tecnologie di comunicazione di ultima generazione.


In data 19 maggio 2015, è entrato in vigore il regolamento (UE) 2015/760 (“Regolamento ELTIF 1.0”) ( ), che ha stabilito norme uniformi in materia di rilascio dell’autorizzazione, politiche di investimento e condizioni di esercizio per fondi di investimento alternativi UE (FIA UE) - o i comparti di FIA UE - commercializzati nell’Unione come fondi di investimento europei a lungo termine.

Scopo del Regolamento ELTIF 1.0 era quello di mobilitare ed indirizzare capitali verso investimenti a lungo termine nell’economia reale, ivi inclusi investimenti che promuovessero il Green Deal europeo e altri ambiti prioritari, quali, in particolare, infrastrutture, energia rinnovabile e innovazione tecnologica.

Pur avendo ricevuto particolare attenzione sui mercati, vista anche l’apertura agli “investitori al dettaglio”, il regolamento non ha prodotto i risultati previsti.

Ragioni dell’insuccesso

Alcune caratteristiche degli ELTIF 1.0, tra cui, le barriere all’ingresso per gli investitori al dettaglio [e.g., la soglia di investimento minimo (10.000 euro), i vincoli in materia di composizione del portafoglio (10% massimo del valore complessivo)], le rigidità in materia di composizione del portafoglio di investimento degli ELTIF 1.0 e limiti sugli investimenti in determinate classi di attività, i costi organizzativi per i GEFIA derivanti dalla complessità normativa del prodotto, nonché la poca flessibilità per distribuzioni ed exit degli investitori, ne hanno infatti determinato il poco successo; il capitale complessivamente raccolto e gestito per gli ELTIF 1.0 era pari a 2,4 miliardi di euro. 
In conseguenza di ciò, la Commissione Europea ha individuato gli elementi chiave su cui agire per rilanciarne l’appetibilità sui mercati e l’utilizzo.

Le novità dell’entrata in vigore dell’ELTIF 2.0

Il regolamento (UE) 2023/606, in vigore dal 10 gennaio 2024 (“Regolamento ELTIF 2.0”) risponde a suddette criticità e rappresenta un importante aggiornamento del Regolamento ELTIF 1.0.

In particolare, il nuovo regolamento amplia il panorama di attività investibili dagli ELTIF; sono infatti ammessi investimenti in, inter alia, strumenti emessi nell’ambito di una cartolarizzazione, altri schemi di investimento alternativo (ELTIF, EuVECA (venture capital) o EuSEF (social entrepreneurship) ed altre tipologie di fondi), finanziamenti a favore di PMI ed immobili commerciali già esistenti.

Altra importante novità è rappresentata da

  • eliminazione della soglia minima di investimento di 10.000 euro da parte degli investitori al dettaglio;
  • concentrazione in una singola attività (dal 10% al 20% del valore complessivo del portafoglio di investimento).

Considerate le potenzialità offerte dalle nuove regole, ancorché entrate in vigore solamente pochi mesi fa, ci si aspetta, nel prossimo futuro, che il ricorso agli ELTIF 2.0 aumenti rapidamente, così come il capitale raccolto.

Effetti del ricorso all’ELTIF 2.0 sull’economia reale

Al termine del 2023, il mercato degli ELTIF, comprensivo degli ELTIF 1.0 e degli ELTIF 2.0, ha raggiunto un valore di 13,6 miliardi di euro.

Ciò a dimostrazione del fatto che il nuovo Regolamento ELTIF 2.0 ha già notevolmente impattato, sull’economia reale, realizzando un incremento degli investimenti a lungo termine. In particolare, nel settore delle infrastrutture, ciò si è tradotto in un maggiore finanziamento del settore dei trasporti, delle energie rinnovabili e delle tecnologie di comunicazione di ultima generazione. Per le PMI, questa ventata di cambiamento garantisce una maggiore disponibilità di capitali, fondamentale per sostenere l’ampliamento, l’innovazione e lo sviluppo delle attività.

Gli investitori si troveranno davanti un panorama rinnovato: una crescente liquidità e una molteplicità di scelte che prima non esistevano. Potranno avventurarsi verso nuovi mercati e diversificare i propri portafogli in maniera più significativa, inserendo ELTIF come una sorta di ancora di stabilità che, in teoria, dovrebbe garantire rendimenti più omogenei.

E non si può parlare di ELTIF 2.0 senza menzionare il suo potenziale verde. L’investimento in progetti sostenibili si aspetta non solo di dipingere un futuro più ecologico ma anche di lanciare un ponte verso gli ambiziosi obiettivi climatici dell’UE. Nel contempo, un flusso di fondi verso iniziative tecnologicamente avanzate promette di essere il propellente per un’ondata di nuove invenzioni e progressi che potrebbero riscaldare i motori della crescita economica.
Parlando di stabilità finanziaria, ELTIF 2.0 si presta a essere un presidio alla volatilità spesso associata agli investimenti brevi. In più, le misure giuridiche ivi inserite hanno la precisa funzione di vegliare sulla sicurezza degli investitori, migliorando trasparenza e governance dei fondi.

Le prospettive del suo futuro utilizzo

Ora, rivolgendo lo sguardo al futuro, si intravvede un orizzonte di opportunità. Con regole più solide e accoglienti, c’è da aspettarsi che anche gli investitori non europei siano attratti dall’investimento in tali prodotti.

Gli investimenti che verranno canalizzati verso infrastrutture e PMI non saranno meramente incrementali; si prevede che agiranno come leva, moltiplicando effetti positivi sull’economia come la generazione di nuovi posti di lavoro e un’animazione della spesa interna.

In conclusione, il Regolamento ELTIF 2.0 sembra promettere una catena di eventi benefica, potenziando l’economia reale europea su più fronti: accesso ai capitali per progetti di ampio respiro, favorendo uno sviluppo responsabile e all’avanguardia, e infine, offrendo un contributo non trascurabile alla solida stabilità finanziaria.

L'influenza del nuovo strumento sulla raccolta transfrontaliera di capitali

In aggiunta a quanto già descritto, il Regolamento ELTIF 2.0 facilita la raccolta di capitali su base transfrontaliera, semplificando i requisiti di distribuzione e armonizzando le regole a livello europeo.

Infatti, tale flessibilità, rende più semplice per i GEFIA offrire i loro prodotti nei diversi Stati membri, ampliando così il ventaglio degli investitori accessibili grazie all’utilizzo del passaporto UE.

Si prevede, quindi, un aumento della raccolta di fondi a livello internazionale, agevolando una maggiore allocazione di capitale verso progetti infrastrutturali, innovazione e sviluppo sostenibile.

In particolare, dal lato dell’industria, i gestori vedono nei fondi europei a lungo termine una nuova opportunità per diversificare la loro offerta e accedere a una clientela più ampia. Inoltre, grazie all’ELTIF 2.0, potranno formare strumenti aperti contemporaneamente a investitori professionali e retail. Dal lato degli investitori, gli ELTIF offrono invece una nuova categoria di attivi dotati di un interessante potenziale di rendimento e di una minore volatilità rispetto ai mercati tradizionali in ragione della loro ottica di investimento a lungo periodo.

 

*shareholder Greenberg Traurig Santa Maria

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