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Come i consulenti stanno cogliendo le opportunità dei mercati privati?

11/26/2024 | Redazione ADVISOR

Normativa, tecnologia e innovazione di prodotto stanno rendendo più accessibili per la clientela retail gli investimenti nei private markets


Gli investimenti nei private market sono sempre più attraenti per gli investitori individuali, spinti da potenziali rendimenti più elevati, diversificazione del portafoglio e opportunità a lungo termine. È questo uno dei dati che emerge dall’ultimo Global Investor Insights 2024 di Schroders. L'indagine, che raccoglie le informazioni di oltre 1.700 consulenti patrimoniali e finanziari in tutto il mondo, indica che la metà di questi professionisti sta già offrendo ai propri clienti l'accesso ai mercati privati, attratti dai potenziali rendimenti più elevati e dalla diversificazione del portafoglio. E non sono soli. Di coloro che devono ancora investire, il 20% prevede di farlo entro i prossimi 1 o 2 anni.

In particolare, i consulenti mostrano una preferenza verso il private equity, le soluzioni di multi-private asset e l'equity delle infrastrutture rinnovabili come aree in cui prevedono di investire di più nei prossimi due anni.

Carla Bergareche, global head of wealth di Schroders, afferma: "Il 2022 è stato un campanello d'allarme per gli investitori, poiché le correlazioni degli asset sono cambiate e sono diventate instabili, quindi la necessità di diversificazione e l'aggiunta di nuove componenti ai portafogli è diventata essenziale sia per gli investitori istituzionali sia per quelli individuali. Allo stesso tempo, temi chiave come l'intelligenza artificiale, la transizione energetica e l'invecchiamento della popolazione globale creano opportunità di investimento a lungo termine nei private market. I clienti privati, desiderosi di attingere a queste tendenze emergenti, trovano vantaggioso includere i mercati privati nel loro portafoglio, specialmente perché alcune delle società che guidano queste tendenze sono private".

Nonostante questo crescente interesse, le allocazioni dei clienti retail, che vanno tipicamente dal 5% a meno del 10%) restano ancora limitate rispetto agli investitori istituzionali , evidenziando un potenziale non sfruttato.

Guardando alle diverse aree geografiche emerge un panorama diversificato in tutto il mondo. I consulenti nel continente americano sono quelli che attualmente investono di più nei private market (59%), seguiti da vicino da APAC (55%) ed EMEA (53%). L'Italia presenta un caso interessante. Sebbene le allocazioni attuali siano più piccole, c'è una chiara traiettoria di crescita con il 26% dei consulenti che prevede di introdurre proposte sul mercato privato nei prossimi 1-2 anni. Si tratta di un dato significativamente superiore alla media globale del 19%, indice di una domanda emergente nel mercato italiano. 

Cosa ha permesso questa crescita? Un accesso più facile ai mercati privati è stato determinato dalla tecnologia, dall'innovazione di prodotto e dalla nuova regolamentazione. L'indagine rivela che l'accesso alle opportunità offerte dai private market avviene attraverso diversi canali. Più della metà (55%) dei consulenti utilizza principalmente fondi quotati, in grado di offrire liquidità giornaliera, mentre poco più della metà degli intervistati (51%) opta anche per fondi aperti evergreen (semiliquidi), che consentono investimenti continui e prelievi periodici di capitale.

Tim Boole, (in foto) head of product management di Schroders Capital, afferma: "Non esiste un unico punto di accesso per gli investimenti patrimoniali individuali nei private market. Molti apprezzano l'opportunità di scegliere tra una gamma di opzioni già pronte e pronte all'uso e i fondi semiliquidi hanno svolto un ruolo importante nel soddisfare tale domanda".

Nonostante i benefici percepiti, sussistono ancora degli impedimenti. La metà dei rispondenti ha identificato la potenziale o percepita mancanza di liquidità come l'ostacolo più grande per i clienti. Ciò non sorprende, dato che gli investimenti nei mercati privati sono impegni a lungo termine e di solito non possono essere venduti o scambiati facilmente come le azioni quotate in borsa.

Tuttavia, queste sfide presentano anche opportunità. La metà degli intervistati ritiene che un'adeguata formazione potrebbe contribuire a superare questi ostacoli e promuovere un'ulteriore inclusione dei private market nei loro portafogli. Inoltre, lo sviluppo di strutture di prodotto più adeguate e di investimenti minimi più bassi potrebbero rendere questi mercati più accessibili.

Come abbiamo visto, alcuni di questi sviluppi sono già in atto, con un contesto più regolamentato e nuove strutture di fondi più semplici rispetto ai tradizionali fondi illiquidi.

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