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Wealth management, serve un punto d'osservazione più alto

4/8/2024 | Redazione ADVISOR

Il 73,8% degli italiani ha paura che non ci sarà un numero sufficiente di lavoratori per pagare le pensioni, secondo il Censis


Immagina di trovarti in una foresta, circondato da alberi maestosi. La tua percezione potrebbe portarti a credere che il cammino davanti a te sia pieno di ostacoli, radici e spine. Ora fai un passo indietro e cambia la tua prospettiva. Arrampicati su un albero e osserva la foresta dall'alto, come farebbe un uccello. Improvvisamente ciò che sembrava un labirinto impenetrabile diventa una rete di percorsi e di possibilità”. A suggerire questo esercizio, sui suoi social, è Alberto Martini (in foto), direttore Wealth Managemement di Banca Mediolanum.

“Nel mondo attuale della consulenza finanziaria, i private banker rischiano di trovarsi intrappolati a terra, nei confini del proprio vissuto. I successi ottenuti e le sfide superate possono infatti portarli a vedere il futuro solo attraverso il filtro delle esperienze passate. Questa percezione potrebbe renderli ciechi nei confronti dei possibili ostacoli e delle dinamiche di un mercato in evoluzione”. 

“L'arte di coltivare la prospettiva consiste invece nell’uscire dalla propria comfort zone (che peraltro sta diventando velocemente molto poco confortevole) per scrutare il futuro da un più alto punto di osservazione. Percezione e prospettiva, determineranno letteralmente i risultati futuri che otterremo, per noi e i nostri clienti, in un futuro decisamente prossimo” prosegue Martini. 

“Il 57esimo rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese fotografa infatti una società italiana cieca dinanzi ai presagi, ripiegata sulla ricerca del benessere quotidiano e degli obiettivi di breve; ma con un welfare che instilla grandi preoccupazioni per il futuro: il 73,8% degli italiani ha paura che negli anni a venire non ci sarà un numero sufficiente di lavoratori per pagare le pensioni e il 69,2% pensa che non tutti potranno curarsi, perché la sanità pubblica non riuscirà a garantire prestazioni adeguate. Sono scenari, non più soltanto ipotetici, che paralizzano il risparmio in liquidità e titoli di Stato invece di mobilitarlo alla ricerca di soluzioni più efficaci che non generino invece la più istintiva inerzia dinanzi alle sfide future”. 

E la consulenza finanziaria, che ha subìto una epocale fuga dal risparmio gestito, vive di esperienze passate oppure di una lucida prospettiva in cui il risk management, la protezione e la previdenza avranno un ruolo chiave? Abbiamo compreso che il nostro impatto sulle scelte corrette dei risparmiatori italiani si fonda su un nuovo paradigma relazionale ed operativo nel quale è la vera pianificazione finanziaria e patrimoniale che può fare la differenza, rendendo veramente efficaci e non solo efficienti le scelte di investimento?” domanda retoricamente il responsabile Wealth management, e conclude: “Partire dalla fine cioè dagli obiettivi di vita dei clienti, proteggendoli da possibili eventi avversi e finalizzando il risparmio (consolidato ed emergente) alla tutela effettiva di un futuro sempre più incerto, è quello che serve per aprire gli occhi ai sonnambuli, rendendo la consulenza di nuovo veramente indispensabile”.

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