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1/25/2017 | Stefano Massarotto - Facchini Rossi Soci
I PIR introdotti dalla Legge di Stabilità sono la grande novità del 2017, creati come soluzione per incoraggiare il risparmio a lungo termine e per far confluire nuovi capitali verso l’economia reale.
Il PIR è un “contenitore fiscale” (fondo comune, gestione patrimoniale, contratto di assicurazione, deposito titoli) che permette al sottoscrittore di non scontare tasse sui capital gain e sui dividendi. Il PIR è anche esente dall’imposta di successione e donazione. Tutto ciò a patto che:
Se i PIR avranno successo i benefici potranno essere notevoli e per diversi soggetti: per le imprese italiane, specialmente a media e piccola capitalizzazione, destinatarie di flussi di capitale più stabili, per gli investitori finali che avranno l’esenzione e anche per l’industria finanziaria che giocherà il ruolo più importante nella predisposizione di soluzioni di investimento “PIR compliant”.
Ma quanto costano i PIR? Questo potrebbe essere il vero punto delicato. Infatti se è vero che il risparmiatore è esentato dalle imposte sui redditi di capitale e sui capital gain, i costi dei PIR dovranno essere in linea con quelli di prodotti alternativi che offrono lo stesso profilo di rischio per non vanificare il vantaggio fiscale connesso alla loro sottoscrizione.
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