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Eredi, valori in comune. Con idee proprie

6/6/2024 | Daniele Barzaghi

Le fortune miliardarie derivano oggi più da eredità che da lavoro, come conferma l’UBS Billionaire Ambitions Report. L’analisi di UBS GWM alla vigilia del passaggio di 5.200 miliardi


Racconta una storia chiara l’ultima edizione dell’UBS Billionaire Ambitions Report, il sondaggio condotto ogni anno tra i clienti di fascia più alta del primo gestore patrimoniale mondiale. La nuova generazione, destinata ad ereditare grandi fortune, ha opinioni diverse da genitori e nonni rispetto ai patrimoni di famiglia. E questo alla vigilia del più grande trasferimento di ricchezza degli ultimi decenni. 

Per la prima volta in nove edizioni del report, i miliardari hanno accumulato più ricchezza attraverso l’eredità che attraverso l’imprenditorialità. “Questo è un tema che ci aspettiamo di vedere sempre più spesso nei prossimi 20 anni, dato che oltre 1.000 miliardari passeranno ai propri figli una cifra stimata di 5.200 miliardi di dollari”. spiega Benjamin Cavalli (in foto), Head of Strategic Clients di UBS Global Wealth Management.

Si sta formando un nuovo gruppo di famiglie multigenerazionali, in cui ogni età ha la propria visione dell’eredità e delle ambizioni, che richiede soluzioni sofisticate per la pianificazione della successione e la definizione dei valori comuni.

Il 68% dei miliardari con patrimonio ereditato sondati affermano di voler continuare e far crescere ciò che i loro antenati hanno realizzato, sia in termini di business, marchio o asset. Credono nella continuità della famiglia: quasi altrettanti (60%) vogliono infatti che le generazioni future possano beneficiare della loro ricchezza.

Ma hanno anche idee e ambizioni proprie: sembrano consapevoli del fatto che potrebbero aver bisogno di rimodellare e riposizionare la loro ricchezza se vogliono portare avanti l’eredità di famiglia. Il profondo cambiamento tecnologico e la transizione energetica sono solo due esempi delle grandi trasformazioni che devono affrontare gli eredi dei miliardari di oggi. 

“Allo stesso tempo, in molti luoghi il divario generazionale appare maggiore che in passato” prosegue Cavalli. “Può essere in parte dovuto al fatto che gli eredi spesso studiano all’estero e viaggiano molto. Inoltre, sono stati e sono influenzati dai tempi difficili: pandemia, cambiamento climatico, ordine mondiale meno stabile e guerre”. 

Le famiglie sembrano attente a questo divario. Questo forse spiega il motivo per cui il 58% degli intervistati ritiene che una delle sfide più grandi sia instillare nei propri eredi i valori, l’istruzione e l’esperienza necessaria per prendere il sopravvento. 

“Tuttavia, secondo la nostra esperienza, ciò potrebbe richiedere un cambiamento di approccio e un maggiore sostegno nell’aiutare i miliardari e le loro famiglie a raggiungere il consenso tra le generazioni” descrive Cavalli.

“La prossima generazione ha una visione nuova del business, degli investimenti e della filantropia e sta reindirizzando grandi patrimoni privati verso nuove opportunità di business derivanti dai tempi in cui viviamo. Per organizzare una successione fluida, i fondatori e le loro famiglie dovranno agire in modo diverso, scoprendo più che mai i valori e gli obiettivi comuni, per trovare una via d’uscita che soddisfi tutte le generazioni e consenta loro di continuare a costruire la propria eredità”.

Ad esempio, il 66% dei miliardari di prima generazione considera la potenziale recessione degli Stati Uniti la loro preoccupazione principale, seguita dalle tensioni geopolitiche (62%). Gli eredi, comunque, sono preoccupati per le pressioni inflazionistiche (57%), per la disponibilità e per il prezzo delle materie prime (52%). Tuttavia, tutti concordano sulle opportunità e sui rischi dell’intelligenza artificiale generativa e il 65% ritiene che l’IA offra una delle maggiori opportunità commerciali per il proprio business operativo nei prossimi 12 mesi. 

Per quanto riguarda gli investimenti, il 43% dei miliardari di prima generazione intende aumentare la propria allocazione al private debt nei prossimi 12 mesi e il 38% prevede di aumentare le partecipazioni in obbligazioni dei mercati sviluppati. Gli eredi prediligono il private equity, con il 59% che intende raccogliere investimenti diretti da tali strumenti e il 55% che intende investire maggiormente in questo genere di fondi.

Tra gli eredi miliardari si riscontra un forte tema imprenditoriale e molti vedono opportunità alternative all’ingresso nei vertici del business familiare. Più della metà degli intervistati di nuova generazione sta scegliendo di allontanarsi da questa strada, optando per carriere più adatte alle proprie ambizioni, competenze e circostanze. E aumentano anche quelli che divengono filantropi

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