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12/18/2018 | Redazione Private
Dalla conquista dell’intero capitale alla quotazione in borsa, per finire alla messa in vendita sul mercato. La strategia d’azione della banca svizzera Julius Bär, il principale istituto elvetico in termini di pura gestione patrimoniale (masse in gestione per quasi 400 miliardi di franchi svizzeri), in merito al mercato italiano pare sia drasticamente cambiata.
E per di più in poco tempo, scrive MF, se è vero che a due anni dall’acquisizione del controllo ufficiale (80%) e a meno di 12 mesi dalla salita al 100% di Kairos SGR – che ha masse in gestione per oltre 11 miliardi – adesso l’input proveniente da oltre confine è quello di vendere tutto e di dire addio alla società fondata nel 1999 dall’attuale presidente e amministratore delegato Paolo Basilico.
Il percorso intrapreso da Julius Bär, secondo quanto appreso da più fonti finanziarie da MF-Milano Finanza, rientra in una più complessiva rivisitazione della presenza in ambito europeo e internazionale della banca che oggi capitalizza 8,5 miliardi di franchi.
Ed è in questo nuovo scenario che rientra il processo di valorizzazione di Kairos, società nella quale l’istituto finanziario elvetico era entrato, come azionisti di minoranza (19,9%) nel 2013 per poi, all’interno di un piano industriale che prevede la quotazione in borsa entro la fine del 2016, l’acquisto di un ulteriore 60,1%, rilevando anche la quota del fondatore Basilico (36%).
E se quindi la strada che porta a Piazza Affari è chiusa, adesso per Kairos si aprono le porte della cessione. Il dossier, secondo indiscrezioni di mercato, è stato consegnato da Julius Bär alla banca d’affari Goldman Sachs, che ha avviato un primo sondaggio per cercare potenziali interessati a quello che è uno degli storici operatori dell’asset management italiano.
Kairos fa gola ai fondi esteri
La trattativa è stata avviata formalmente, anche se al momento è in una fase preliminare di raccolta di possibili manifestazioni d’interesse. Ma a chi può fare gola la SGR fondata da Paolo Basilico, ancora oggi presidente e a.d.?
Al momento, secondo quanto trapela da ambienti finanziari, il dossier non sarebbe finito sul tavolo dei gruppi bancari italiani. Mentre non è da escludere che in una successiva fase di due diligence possa entrare in scena qualche istituzione finanziaria estera del calibro di Credit Suisse o JPMorgan. Kairos interessa ai fondi di private equity internazionali.
Tra i potenziali compratori figurerebbero Apax Partners (Marlink e Business Integration Partners sono le società italiane in portafoglio), Centerbridge (ha il 45% della quotata Banca Farmafactoring , rilevata proprio da Apax) e Hellman&Friedman, il fondo che lo scorso anno, assieme a Gic, ha rilevato il 50% di Allfunds da Intesa Sanpaolo valutandola 900 milioni. E non è da escludere che nelle prossime settimane altri operatori finanziari si facciano avanti.
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