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3/30/2018 | Redazione AdvisorPrivate
Nessuno scenario catastrofico, ma potrebbero esserci ripercussioni pesanti dal protezionismo americano in termini valutari. Parola di Sarah Salamoun, forex and precious metals advisor di Indosuez Wealth Management, che parlando degli effetti del protezionismo ritiene altamente improbabile che si verifichi una guerra commerciale vera e propria.
Anche se ci sono alcuni punti da considerare. “Una disaffezione verso il rischio a livello globale potrebbe condurre gli investitori verso attività finanziarie più sicure: yen, franco svizzero e oro, fin qui niente di nuovo. Ma la guerra commerciale potrebbe tradursi anche in una guerra valutaria, con le Banche centrali che s’ingaggiano in una corsa verso il basso, al fine di dare impulso alle esportazioni attraverso la svalutazione monetaria – spiega l’esperta – E le società con catene di approvigionamento complesse potrebbero a quel punto assistere a una riduzione dei margini ed essere soggette a una maggiore volatilità e a prese di profitto sui mercati azionari, situazione che nel lungo periodo potrebbe favorire il dollaro. In questo caso, il valzer verso le attività finanziarie prive di rischio potrebbe tornare di moda, con l'oro a trionfare su tutte le altre alternative”.
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