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10/11/2017 | Stefania Pescarmona
Rivoluzione nel mondo del private banking. Cosa succede se i giganti della tecnologia offrissero anche servizi di consulenza finanziaria? A livello globale, secondo il World Wealth Report 2017 di Capgemini, il 56% dei clienti Hnw prenderebbe in considerazione di affidarsi a Google, Apple, Facebook o Amazon se prevedessero servizi di consulenza. Non solo, più dell’80% degli investitori under 40 si rivolgerebbe alle quattro BigTech.
Ma la situazione cambia profondamente se ci spostiamo in Italia, dove, a giudicare dall’Indagine sulla clientela private condotta da GfK per Aipb, i clienti sembrerebbero più legati alla tradizione e meno disposti al cambiamento. “Non solo si dimostrano fedeli alla propria banca e pienamente soddisfatti del servizio, ma non sono molto propensi (71%) ad avvalersi di un servizio di consulenza finanziaria online – spiega Aipb - Inoltre, quasi il 30% degli interpellati è convinto che questo tipo di strumento non avrà successo nel futuro”.
Una cosa è certa: sicuramente è difficile prevedere l’entità di penetrazione dei colossi della tecnologia nell’ambito della consulenza finanziaria, in particolare di alto standing, ma vale la pena tenerli d’occhio se è vero che queste aziende, come sostiene Brian Sullivan, global head of financial services market intelligence di Capgemini, potrebbero utilizzare “la loro agilità, la loro velocità sul mercato, la loro abilità di usare i dati a loro vantaggio per personalizzare il servizio e dare uno slancio alla trasparenza”. Anche se poi, precisa Sullivan “è meno probabile che la Grande Tecnologia possa diventare un diretto competitor e accaparrarsi i clienti (anche in quest’ambito, ndr), ma è più verosimile prevedere una sorta di partnership o collaborazione”.
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