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8/2/2017 | Stefania Pescarmona
Le competenze relazionali battono le competenze tecniche. Questa, almeno, l'opinione che i clienti private italiani hanno dei loro banker. Secondo l’indagine sulla Clientela private in Italia, condotta da GfK per Aipb, con l'80% delle risposte positive contro il 76%, i clienti si dichiarano soddisfatti maggiormente delle competenze relazionali dei propri professionisti rispetto a quelle tecniche.
In particolare, nell'84% dei casi sono appagati dalle capacità relazionali e dalla disponibilità del banker all'ascolto. Seguono la disponibilità a dedicare loro il tempo di cui hanno bisogno (80%) e la capacità di comprendere le proprie esigenze (78%). “Poiché quasi i tre quarti dei clienti sono pienamente soddisfatti degli incontri con il private banker, è verosimile pensare che in Italia i professionisti della consulenza finanziaria di alto standing abbiano già intrapreso la strada del cambiamento, orientandosi verso una concezione sempre più evoluta del proprio ruolo”, dichiara Aipb.
Una cosa è certa: così come afferma Robert Stammers, director of investor engagement del gruppo di lavoro Future of Finance per il Cfa Institute (Associazione globale di professionisti dell’investimento), gli advisor devono diventare sempre più orientati al cliente. “È necessario che, dal provare a battere il mercato, essi si concentrino sul modo in cui raggiungono gli obiettivi del cliente”, ritiene, infatti, Stammers. Ma come sta avvenendo tutto questo? Secondo il Future State of the Investment Profession, studio portato avanti dal Cfa Institute, i trend che stanno influenzando la modalità con cui gli advisor portano avanti il loro lavoro li spingeranno, tra i prossimi 5/10 anni, verso una professione più etica, volta al valore e socialmente responsabile, dunque più orientata alla persona.
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