Ritorno all’utile per il Credit Suisse, che pone fine alla fase di incertezza e annuncia un aumento di capitale da 4 miliardi di franchi per rafforzare il capitale, abbandonando l'idea di quotare la sua controllata bancaria svizzera. L'Ipo, originariamente prevista per la seconda metà di quest'anno, secondo il settimanale elvetico SonntagsZeitung avrebbe potuto raccogliere fino a 6 miliardi di franchi (5,52 miliardi di euro) dalla vendita del 20-30% del capitale, ma il progetto era stato molto criticato da analisti e investitori che avevano evidenziato come dalla controllata bancaria arrivasse la maggior parte degli utili pre tasse.  

Si tratta della terza grande banca europea, dopo Unicredit e Deutsche Bank, a scegliere la strada del rafforzamento di capitale. La ricapitalizzazione da 4 miliardi di franchi (circa 3,7 miliardi di euro) rafforzerà, infatti, il patrimonio del Credit Suisse e darà all'istituto maggiore flessibilità finanziaria. Grazie a questa operazione, secondo le stime della banca svizzera, il coefficiente di capitale Cet1 ratio dovrebbe raggiungere il 13,4% dal 11,7% della fine del primo trimestre, come richiesto dalle regole di Basilea 3. Ora, l'ultima voce in capitolo, ce l'hanno gli azionisti che dovranno pronunciarsi in assemblea il prossimo 18 maggio. In questa occasione, il consiglio d'amministrazione proporrà l'immissione sul mercato di 379.981.340 nuove azioni di un valore di 4 centesimi.

Intanto, il colosso svizzero ha annunciato i dati trimestrali, evidenziando un profitto netto di 596 milioni di franchi svizzeri, rispetto al rosso di 302 milioni riportato nello stesso periodo dell'anno prima, e un utile ante imposte di 670 milioni, contro una perdita di 484 milioni. In crescita anche i patrimoni gestiti, che sono aumentati del 4,2%, oltrepassando quota 1.304,2 miliardi di franchi, così come i ricavi, che sono balzati del 19% a 5,5 miliardi di franchi. I risultati hanno superato le stime degli analisti grazie anche ai risultati del wealth management e della divisione global-markets.