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2/16/2017 | Redazione Advisor Private
Nuovo rosso per Credit Suisse e nuovi tagli in arrivo. La seconda banca svizzera ha, infatti, chiuso il 2016 con una perdita di 2,44 miliardi di franchi, dopo aver riportato nel 2015 un risultato netto negativo di 2,94 miliardi di franchi, appesantito dai costi di ristrutturazione e di riassetto di bilancio. Da rilevare che il rosso di quest’anno è stato gravato, invece, dalle maxi sanzioni negli Stati Unit per la vicenda dei mutui subprime, che hanno pesato per 5,28 miliardi di dollari.
In calo anche i ricavi, che nel 2016 sono scesi del 15%, attestandosi a 20,3 miliardi di franchi, dai 23,8 miliardi dell’anno precedente, mentre le masse gestite sono continuate a crescere, attestandosi al massimo storico di 734 miliardi di franchi, +8% sul 2015, grazie anche a una raccolta netta di 28,5 miliardi, in aumento del 58% sull'anno precedente.
Quanto ai dati trimestrali: nel solo quarto trimestre, la perdita netta è stata pari a 2,35 miliardi di franchi, oltre le aspettative degli analisti ferme a 2,07 miliardi, ma inferiore rispetto al rosso di 5,8 miliardi dello stesso periodo del 2015, mentre i ricavi sono saliti a 5,2 miliardi, dai 4,2 del quarto trimestre 2015. Nonostante il rosso in bilancio, il consiglio di amministrazione di Credit Suisse ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,70 franchi per azione.
“Sono stati dodici mesi intensi e impegnativi. Grazie alla solidità delle attività dei clienti e alla dedizione dei nostri team abbiamo compiuto buoni progressi verso i nostri obiettivi fondamentali”, ha commentato Il ceo Tidjane Thiam, che ha poi aggiunto che il gruppo ha ridotto in misura significativa i costi operativi e aumentato la leva operativa. Credit Suisse ha infatti indicato di aver ridotto nel 2016 di circa 1,9 miliardi di franchi la sua base di costi operativi e che il programma di ristrutturazione continuerà nel 2017 e nel 2018. Entro il 2018, infatti, il gruppo intende diminuire i costi di 4,2 miliardi complessivi. Proseguirà intanto il processo di riduzione degli organici. Il secondo istituto svizzero intende infatti ridurre tra 5.500 e 6.500 posti di lavoro quest'anno, dopo i 7.250 dello scorso. Infine, ha confermato che l'Ipo parziale della sua attività in Svizzera è sulla buona strada, in linea con i progetti del gruppo.
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