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11/29/2016 | pieremilio.gadda
Dopo aver contribuito a spingere i rendimenti del decennale italiano a quota 2,13%, ai massimi da luglio del 2015, il referendum costituzionale resterà protagonista sui mercati, anche nei prossimi giorni. “È probabile un crescente nervosismo all’approssimarsi dell’appuntamento. Il “NO” è ancora in vantaggio nei vari sondaggi, ma l’esito finale non appare del tutto scontato – osserva Alberto Biolzi, Responsabile Advisory di Cassa Lombarda (nella foto) -. Ogni sorpresa negativa potrebbe colpire gli attivi periferici, anche se gli effetti potrebbero essere solo di breve termine. Il bund continuerà a beneficiare della domanda di beni rifugio legata all’incertezza politica e alla scarsità di titoli. Dopo questo appuntamento, ci si dovrà confrontare con le Banche centrali: Bce e Fed”.
L’appuntamento chiave di questa settimana potrebbe essere, invece, la riunione Opec, prevista per domani, 30 novembre. Oggi le quotazioni del greggio sono scese di quasi il 4% a 46,4 dollari al barile, sui timori che il cartello non trovi un accordo sui dettagli del piano per congelare la produzione petrolifera e stabilizzare i prezzi dell’oro nero. La Conferenza stampa è attesa per le ore 16 di domani. Se il meeting dovesse chiudersi con un nulla di fatto, le quotazioni potrebbero scendere ulteriormente, secondo gli analisti, verso i 40 dollari al barile. In caso contrario, si potrebbe assistere a un rimbalzo in area 60/65 dollari.
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