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6/24/2015 | pieremilio.gadda
MiFID II partirà a gennaio del 2017. Ma per farsi trovare pronti a quella che alcuni esperti definiscono una piccola rivoluzione copernicana nel mondo della consulenza, è necessario investire fin da subito. Il rischio altrimenti è di arrivare tardi, perdere rilevanza (e quote di mercato) a favore di competitor più agguerriti.
Senza dubbio, la consulenza evoluta guadagnerà maggiore spazio nel segmento Private. E se è vero che l’advisory è già il servizio a maggior valore aggiunto per coloro che qualche anno fa hanno iniziato a investire risorse strategiche sulla consulenza, le novità introdotte da MiFID II presentano elementi di complessità da non sottovalutare. Mentre MiFID1 era rivolta alla protezione degli investitori, con un focus sulla distribuzione del servizio, l'aggiornamento della direttiva riguarda l’intero ciclo di vita dei prodotti e dei servizi finanziari, a tutela dei clienti. Saranno previsti obblighi informativi sulla natura del servizio prestato, sull'ampiezza della gamma di prodotti offerti, su eventuali conflitti d'interesse e sui legami di carattere economico con chi struttura i prodotti, tutto questo – ricorda l'Aipb - con l’obiettivo di migliorare il flusso informativo tra i fornitori di servizi e i clienti finali.
MiFID 2 impatterà inevitabilmente anche sulla relazione tra cliente Private e istituto di riferimento e, se verrà interpretata attraverso un approccio sostanziale – spiega l'associazione di categoria - potrà migliorare la relazione stessa e offrire nuove occasioni di business. I clienti, del resto, sono diventati molto più esigenti in riferimento alle informazioni ricevute dal banker.
Molte banche hanno perfezionato i propri sistemi di reportistica e rendicontazione, al punto che oggi, secondo un'indagine dell'Aipb, il 75% dei clienti dichiara di essere soddisfatto per la chiarezza e la completezza delle informazioni ricevute sull'andamento dei propri investimenti. Anche sul fronte della trasparenza si sono fatti progressi: il 66% dei soggetti intervistati nell'ambito dell'Indagine sulla clientela private in Italia si dichiara molto soddisfatto sulle comunicazioni che riguardano i costi applicati. Nel complesso, la overall satisfaction in materia di comunicazione da parte dell'istituto di riferimento ha raggiunto l'82%, oltre 20 punti percentuali in più rispetto ai valori registrati nel 2009. MiFID II può dunque essere una buona occasione per continuare a migliorare la relazione con la clientela, tra consulenza e trasparenza.
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