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9/17/2014 | Redazione Advisor
Stampa generalista, newsletter specializzate, siti internet, blog e community dedicate. Ciascun banker dispone di una pluralità di canali attraverso cui raccogliere informazioni e spunti di mercato utili a svolgere l'attività quotidiana, in relazione al cliente. Ma non tutti gli strumenti sono ritenuti davvero utili dai professionisti della consulenza di alto livello.
Secondo un'indagine della'Aipb, l'Associazione italiana degli operatori del private banking, il web è la principale fonte informativa per i banker italiani: 83 professionisti su 100 infatti consultano abitualmente siti internet dedicati, a supporto dell'attività quotidiana. La stampa specializzata è letta da metà dei banker mentre il 38% partecipa ai road show organizzati dalle case d'investimento. I siti internet delle società di gestione del risparmio sono “frequentati” dal 33% dei private banker e poco meno di uno su quattro assiste a presentazioni di carattere commerciale. Solo un consulente su cinque, invece, prende parte a corsi di formazione e sono assai poco frequenti anche le visite ad altri siti internet (16%), i contatti con sales e figure commerciali (7%) o la lettura di pubblicazioni specializzate (6%).
Quasi nessuno (1%) utilizza i social network come fonte informativa: i banker italiani non sono abituati a frequentare blog, forum e community a scopo lavorativo. Il web 2.0 viene utilizzato, semmai, per sviluppare forme di relazione con il cliente alternative al contatto fisico nella sede della banca private. A questo proposito, l'uso dei canali digitali è destinato a crescere, soprattutto attraverso il coinvolgimento della clientela più giovane.
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