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5/28/2014 | pieremilio.gadda
Non sempre l’esposizione azionaria dei portafogli private è coerente con il profilo di rischio dei clienti. E in uno scenario di futura crescita dei tassi, in avvicinamento soprattutto negli Stati Uniti, le scelte troppo difensive potrebbero rivelarsi molto penalizzanti. In questo quadro, secondo Samantha McLemore, co-manager del Legg Mason Capital Management Opportunity Fund, il mercato azionario americano continua a offrire opportunità interessanti. Nonostante i dati del primo trimestre abbiano deluso le aspettative degli analisti, a cominciare dalla crescita del Prodotto interno lordo.
“Il rigido inverno ha condizionato molto negativamente i numeri sulla crescita del primo scorcio del 2014. Ma siamo convinti che l’economia americana sia destinata ad accelerare e possa chiudere l’anno con un Pil in espansione del 3%”. Uno dei temi più attraenti in questa fase, secondo il gestore, resta il mercato residenziale: i titoli del comparto – spiega McLemore – sono sottovalutati e, al tempo stesso, favoriti da fondamentali solidi: “Per soddisfare la domanda di nuove abitazioni alimentata dai trend demografici e dalla formazione di nuovi nuclei familiari, servirebbero ogni anno qualcosa come 1,4 - 1,5 milioni di unità immobiliari addizionali, almeno fino alla fine del decennio. Le prospettive del segmento housing sono molto positive, siamo esposti a questo settore anche indirettamente attraverso alcuni nomi del settore finanziario”. Ci sono aree, invece, dove le valutazioni si sono fatte molto care: le utility, ad esempio e in generale molti “bond proxy”, titoli azionari che ricordano il comportamento dei bond per il flusso “cedolare” stabile e le caratteristiche difensive. “Anche su energia e materiali di base siamo meno ottimisti”, osserva McLemore.
Nel frattempo, se gli ultimi due anni hanno visto il gestore focalizzarsi prevalentemente su nomi domestici, di recente è aumentato l’interesse per alcune grandi multinazionali, contraddistinte da un’esposizione non marginale ai mercati emergenti: nomi come Cisco e Ibm, ad esempio, penalizzati nel corso dell'ultimo anno dal sentiment negativo verso le economie in via di sviluppo, potrebbero invece beneficiare del processo di stabilizzazione già in atto in alcuni mercati.
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