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10/17/2016 | Redazione Advisor
Il 2015 ha segnato una battuta d'arresto nel processo di creazione di ricchezza dei miliardari. Lo si apprende all'interno del Billionaires report di Ubs e PwC, intitolato «Are billionaires feeling the pressure?» (Miliardari sotto pressione?), che ha evidenziato nel 2015 un calo di 300 miliardi di dollari del valore del patrimonio complessivo dei super ricchi, che si è attestato a 5.100 miliardi di dollari, rispetto ai 5.400 miliardi precedenti. Nello stesso tempo, il patrimonio medio di ciascun paperone è sceso da 4 miliardi a 3,7 miliardi di dollari.
Dopo più di vent’anni di eccezionale creazione di ricchezza, la seconda età dell’oro è entrata quindi in una fase di stallo. Le cause vanno ricercate principalmente nel trasferimento di asset all'interno delle famiglie, nel calo dei prezzi delle materie prime e nell'apprezzamento del dollaro statunitense. “È ancora troppo presto, però, per stabilire se l'andamento rappresenti solo una battuta d'arresto temporanea dell'età dorata o qualcosa di più serio”, si legge nel report, dal quale risulta poi che, nonostante il patrimonio globale sia sceso, il numero dei miliardari è aumentato. Nel 2015, infatti, i miliardari censiti sui principali mercati erano 1397: 538 in Usa (+1%), 329 in Europa (+4%) e 520 nella regione Apac (+7%). Tra i fattori da evidenziare, merita soffermarsi poi sul fatto che l’Asia - soprattutto grazie alla Cina - è riuscita a creare un miliardario quasi ogni tre giorni, e sul fenomeno che per la prima volta in 10 anni negli Stati Uniti la ricchezza media dei miliardari self-made ha oltrepassato quella dei miliardari che hanno ereditato il proprio patrimonio (4,5 miliardi vs 4,3 miliardi).
Proprio passando ad analizzare il macro tema delle eredità e dei passaggi patrimoniali, lo studio di PwC e Ubs quantifica in circa 2100 miliardi il valore del passaggio dei patrimoni atteso nei prossimi 20 anni. Si tratta del più grande trasferimento di ricchezza della storia umana, equivalente al Pil indiano, un fenomeno globale che riguarda 460 miliardari che dovranno studiare il modo migliore di trasferire i propri beni agli eredi.
Secondo la ricerca, tra le varie regioni, quella che vanta la più alta concentrazione di miliardari multi-generazionali (182, pari al 54%) è l’Europa. Questo significa che i super paperoni del Vecchio continente hanno dimostrato di aver saputo conservare meglio la propria ricchezza e quindi sono stati più abili nel tutelare i propri patrimoni. Il dato è da confrontare infatti con i 175 miliardari degli Stati Uniti (pari al 33% del titale) e con i 76 nella regione Apac (15%). In Asia però c'è un fenomeno curioso che non può essere tralasciato: il fatto che più dell’85% dei miliardari di quest'area è di prima generazione, per cui per questi paperoni si tratterà della prima trasmissione di ricchezza miliardaria in assoluto.
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