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7/12/2017 | Redazione AdvisorPrivate
Anche l’industria del private banking non potrà sottrarsi al cambiamento: operatori, clienti e professionisti saranno parte di un importante e inevitabile processo di lenta metamorfosi. In particolare, uno studio portato avanti da Boston Consulting Group (Global wealth 2017: transforming the client experience) mette in evidenza come il ruolo del banker subirà cambiamenti notevoli nei prossimi 10 anni. I due fattori che altereranno lo status quo sono il progresso tecnologico e la clientela sempre meglio informata e sempre più sofisticata.
Approfondendo sull’aspetto relazionale con il cliente, la società di consulenza, in questo senso, vede la necessità di individuare tre archetipi di banker per il prossimo futuro: l’orchestratore, che si occuperà di selezionare clienti Hnw e Uhnw, esigenti e focalizzati sulla performance; il facilitatore, che servirà un ampio numero di clienti a tutti i livelli di ricchezza e con esigenze complesse; e il guardiano, che avrà a che fare con clienti con patrimoni cospicui non a loro agio con i mercati finanziari, con poco interesse nella tecnologia e concentrati più sulle proprie passioni che sugli investimenti. In un contesto così definito, i banker dovranno essere consapevoli del tipo di cliente che hanno davanti e, soprattutto, delle proprie abilità per potersi relazionare nel modo più corretto ed efficace.
Nel panorama italiano, secondo i dati Aipb, circa l’80% dei private banker è cosciente del fatto che il perimetro della professione sia destinato a cambiare (anche in tempi più brevi, di 2-3 anni) e quasi metà di loro si giudica ottimista al riguardo. “Eppure, la loro attenzione sembrerebbe focalizzata più sugli aspetti meramente professionali del proprio ruolo che sulla relazione stretta con il cliente e l’aggiornamento tecnologico: il 42% crede che in futuro ci sarà un aumento della professionalità e il 36% che verrà richiesta una consulenza di tipo globale, cioè con competenze anche non strettamente finanziarie – spiega Aipb - Le percentuali scendono, invece, quando si parla di tecniche relazionali con il cliente (13%) e di maggior aggiornamento tecnologico (12%)”.
È evidente che, in un contesto in cui è così fondante la relazione con la clientela e in cui la tecnologia sta acquisendo un ruolo sempre più preponderante, agli addetti ai lavori sarà richiesta una maggiore lungimiranza nella valutazione delle sfide che il futuro proporrà loro.
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