Dopo due anni di assestamento, durante i quali la crescita delle masse gestite è stata affidata in toto alla performance dei mercati, il 2013 rappresenta un anno di svolta: torna la raccolta netta, porta nuovi flussi per 19 miliardi di euro (+4,2%), che salgono a 35 miliardi (+7.9%) se si considera anche l’effetto mercato (+3,7%). A livello cumulativo, secondo l’Aipb, le masse gestite sono aumentate del 32,1% dal 2008 in avanti. Numeri sorprendenti se si considera un contesto non certo favorevole alla creazione di nuova ricchezza. E infatti, interpellando alcuni operatori, si scopre che la crescita della raccolta realizzata nell’ultimo anno si spiega in buona parte con un processo di ri-segmentazione del mercato operata dagli istituti di credito. In sostanza, i clienti con patrimoni superiori ai 500 mila euro che, precedentemente, non erano seguiti dal private banking, sono stati fatti confluire nelle unità di business dedicate alla clientela di fascia alta.

 

Sale, di conseguenza, la quota servita dal Private Banking, che raggiunge il 50,5% del mercato potenziale, dal 48,7% del 2012. E cresce, nel frattempo, anche la rete commerciale, fino a toccare le 5.600 unità, con un progresso del 2.5% nel numero di professionisti registrato a dicembre 2013 rispetto a giugno dello stesso anno.

 

In un momento di crescita complessiva dei portafogli private, tuttavia, non tutte le componenti si sviluppano alla stessa velocità. Negli ultimi anni, ad esempio, si osserva una netta accelerazione del comparto dei fondi, in particolare quelli obbligazionari, che ha fatto lievitare la raccolta gestita in maniera più che proporzionale rispetto a quella amministrata. Intanto, guadagna spazio anche il comparto assicurativo, trainato di recente da una buona performance commerciale di polizze del ramo I (gestioni separate) e del ramo III (unit e index linked).