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Ritenute fiscali: il Consiglio europeo vota per un miglioramento

5/14/2024 | Marcella Persola

La Commissione europea ha proposto nuove norme per rendere le procedure di ritenuta alla fonte nell'UE più efficienti e sicure per gli investitori e gli intermediari finanziari


Modifiche all'iniziativa Faster. La Commissione europea ha proposto nuove norme per rendere le procedure di ritenuta alla fonte nell'UE più efficienti e sicure per gli investitori, gli intermediari finanziari (ad esempio le banche) e le amministrazioni fiscali degli Stati membri.

Così come comunicato da EFAMA tale iniziativa rappresenta un significativo passo avanti per rimuovere le barriere fiscali esistenti all'Unione dei mercati dei capitali (CMU). La Direttiva ha il potenziale per armonizzare le procedure fiscali nei paesi dell’UE, correggere le inefficienze, eliminare la doppia imposizione e mitigare i costi legati alle frodi, incoraggiando così maggiori investimenti transfrontalieri nell’UE.

Attualmente, in caso di investimenti transfrontalieri, molti Stati membri riscuotono ritenute alla fonte sui dividendi delle partecipazioni azionarie e sugli interessi sulle partecipazioni di obbligazioni pagate agli investitori che vivono all'estero. Tuttavia, per lo stesso reddito gli investitori devono pagare anche l’imposta sul reddito nel paese di residenza. Secondo il Fondo monetario internazionale, nel 2019 i titoli detenuti da investitori non nazionali nell’Unione europea valevano 10,7 trilioni di dollari. Per evitare la doppia imposizione, molti paesi hanno concordato di condividere i diritti fiscali tra il paese di origine e quello di residenza firmando trattati contro la doppia imposizione. Questi trattati possono dare diritto agli investitori non residenti a un'aliquota inferiore di ritenute fiscali o a un'esenzione nel paese in cui vengono imposte.

Il problema è che queste procedure di rimborso sono spesso lunghe, costose e macchinose, causando frustrazione per gli investitori e scoraggiando gli investimenti transfrontalieri all’interno e nell’UE. Attualmente, le procedure di ritenuta alla fonte applicate in ciascuno Stato membro sono molto diverse. Gli investitori devono gestire più di 450 moduli diversi in tutta l’UE, la maggior parte dei quali sono disponibili solo nelle lingue nazionali. Gli scandali Cum/Ex e Cum/Cum hanno dimostrato anche come si possa abusare delle procedure di rimborso: le perdite fiscali derivanti da queste pratiche sono state stimate in 150 miliardi di euro per gli anni 2000-2020.

Le azioni chiave proposte oggi semplificheranno la vita agli investitori, agli intermediari finanziari e alle autorità fiscali nazionali, visto che prevedono un certificato comune di residenza fiscale digitale dell’UE renderà le procedure di sgravio fiscale più rapide ed efficienti. Ad esempio, gli investitori con un portafoglio diversificato nell’UE avranno bisogno di un solo certificato di residenza fiscale digitale per richiedere più rimborsi durante lo stesso anno solare. Inoltre sono state introdotte due procedure accelerate che integrano la procedura di rimborso standard esistente: una procedura di “sgravio alla fonte” e un sistema di “rimborso rapido”, che renderà il processo di rimborso più rapido e più armonizzato in tutta l’UE. Gli Stati membri potranno scegliere quale utilizzare, inclusa una combinazione di entrambi.

Tali procedure prevedono nell'ambito di quella di “sgravio alla fonte”, l'aliquota fiscale applicata al momento del pagamento dei dividendi o degli interessi si basa direttamente sulle norme applicabili delle disposizioni del trattato contro la doppia imposizione. Con la procedura di “rimborso rapido”, il pagamento iniziale sarà effettuato tenendo conto dell’aliquota della ritenuta fiscale dello Stato membro in cui vengono pagati i dividendi o gli interessi, ma il rimborso per eventuali imposte pagate in eccesso viene concesso entro 50 giorni dalla data del pagamento.

Si stima che queste procedure standardizzate consentiranno agli investitori di risparmiare circa 5,17 miliardi di euro all’anno.

Nel complesso, il nuovo quadro normativo sulla ritenuta d’acconto garantirà agli investitori l’accesso a procedure accelerate, garantendo i diritti fiscali a cui hanno diritto ed evitando la doppia imposizione.

La digitalizzazione del certificato di residenza fiscale e la standardizzazione degli obblighi di comunicazione e delle richieste di rimborso permetterebbero agli intermediari finanziari di automatizzare i propri processi, risparmiando tempo e denaro. Ciò accelererebbe il processo di rimborso e renderebbe più sicure le procedure di ritenuta d'acconto.

Una volta che la proposta sarà adottata formalmente dal Consiglio, gli atti di esecuzione, le normative nazionali e gli orientamenti amministrativi dovranno essere preparati e adottati entro il 31 dicembre 2028 (per iniziare ad applicarsi nel 2030). Guardando al futuro, ci auguriamo che gli Stati membri attuino una proposta che funzioni bene nella pratica, non crei ulteriori ostacoli quando le cose funzionano bene e mantenga gli obiettivi fondamentali a cui miriamo a lungo termine.

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