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La crisi non ferma l'M&A

10/31/2011 | marco.gementi

Nonostante la volatilità sui mercati e le incertezze economiche, il 41% delle principali imprese a livello mondiale pensa di realizzare un’acquisizione nei prossimi 12 mesi, secondo la nuova edizione del Capital Confidence Barometer di Ernst & Young.


Nonostante la volatilità sui mercati e le incertezze economiche, il 41% delle principali imprese a livello mondiale pensa di realizzare un’acquisizione nei prossimi 12 mesi, secondo la nuova edizione del Capital Confidence Barometer di Ernst & Young, basato su una ricerca che ha coinvolto oltre 1.000 senior executive in tutto il mondo.

Sorprendentemente, ciò rappresenta una leggera crescita rispetto a sei mesi fa, nonostante le turbolenze che hanno colpito i mercati in agosto, mese in cui sono state realizzate le interviste.

 

Bilanci più solidi ed un maggiore focus sulla capacità operativa indicano che prosegue tra le aziende a più alta capitalizzazione l’interesse verso le operazioni di M&A. Cresce inoltre il consenso sul prezzo degli asset, così da incoraggiare i venditori a farsi avanti.


La quinta edizione del report evidenzia che circa metà dei rispondenti è orientata alla crescita, e solo il 7% alla “sopravvivenza”: il numero più basso tra le edizioni pubblicate dal 2009 a oggi. Questa quota scende al 4% nel caso dell’Italia, mentre i piani di stabilità equivalgono quelli di crescita (48%).


Secondo l'analisi i mercati più attrattivi per gli investimenti sono Cina, India, Brasile, Stati Uniti e Australia.
Negli emergenti al di fuori dei BRIC, Malaysia, Messico e Argentina sono le tre principali destinazioni.
Più di un terzo dei partecipanti alla ricerca dichiara che la motivazione verso operazioni di M&A è conquistare quote in un nuovo mercato.

 

In conclusione la grande maggioranza dei partecipanti alla ricerca (85%) si dichiara preoccupata che le crescenti regolamentazioni dei mercati possano ostacolare la crescita. I rischi regolatori, particolarmente in relazione alle riforme bancarie e finanziarie, sono percepiti come rilevanti in tutti i settori e aree geografiche. Il dato italiano vede invece come principale ostacolo alla crescita i cambiamenti normativi a livello fiscale (39% degli intervistati). 

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