Secondo uno studio della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) con il fatto che le banche dell’ovest dovranno operare delle ricapitalizzazione, gli istituti della zona emergente, controllati per due terzi proprio dai vicini più sviluppati, potrebbero subire un rallentamento economico.
Il primo della lista potrebbe essere l’indice Msci Eastern Europe che nell’ultimo mese ha guadagnato il 14,2%, anche se la performance da inizio anno resta negativa per il 17,1%.
 

Inoltre secondo i dati del Fondo monetario internazionale, i fondi delle banche dell’ovest hanno contribuito all’1,5% della crescita annuale dell’est dal 2003 al 2008. Poi, con l’arrivo della crisi dei subprime, i rubinetti sono stati progressivamente stretti e oggi, in base alle analisi della Bers, i finanziamenti si sono già ridotti della metà rispetto al primo semestre dell’anno.

 
Per alcuni istituti attivi nella zona emergente come Unicredit, Erste e Raiffeisen, il piano anti-crisi comporterà un aumento di capitale e un taglio dei fondi destinati all’estero. Questo metterà a rischio la cosiddetta Iniziativa di Vienna firmata nel 2009 con la quale le banche dell’ovest si impegnavano a pompare denaro nelle loro controllate a est.
Un problema in più per una zona emergente che, secondo l’Fmi, l’anno prossimo registrerà una crescita del 2,7% contro il 4,5% atteso per quest’anno.