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9/20/2011 | Massimo Morici
Chi va male in borsa non è detto che navighi in cattive acque. E viceversa. Questo in sunto il quadro che emerge da uno studio di Mediobanca Securities, anticipato stamane da il Messaggero, sulla situazione patrimoniale delle principali banche europee: il 30% sarebbe a rischio per un totale di 151 miliardi su un patrimonio netto tangibile di 498 miliardi di euro.
Ma le svalutazioni in borsa non corrispondono spesso alle percentuali del patrimonio a rischio. Le italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo, per esempio, hanno perso dal 1° luglio rispettivamente il 51 e il 50%, quasi il doppio di quanto stimato dalla simulazione di Mediobanca del patrimonio a rischio (che considera le perdite dichiarate negli stress test di luglio, l'impatto dell'anticipo al 2012 dei requisiti di capitale di Basilea 3 e una stima di allineamento ai valori di mercato sia dei titoli tossici ereditati dalla crisi del 2008 sia del debito sovrano dei paesi periferici), ossia il 32 e il 22%.
Discorso inverso per Crédit Agricole e Deutsche Bank: la prima ha un patrimonio tangibile a rischio del 66%, ma il titolo quest'estate ha perso il 50%, mentre la seconda del 56% anche se il titolo è calato del 44%.
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