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1/26/2024 | Redazione ADVISOR
I top manager delle banche vedono i loro stipendi lievitare. Come si legge su MF-Milano Finanza, JP Morgan e Morgan Stanley hanno annunciato aumenti sostanziali dei compensi dei ceo dopo i risultati record del 2023.
Lo stipendio di Jamie Dimon, rimasto invariato per due anni in un contesto di incertezza, è balzato ora del 4,3% da 34,5 a 36 milioni di dollari. Il nuovo pacchetto include uno componente base di 1,5 milioni di dollari e un bonus di performance di 34,5 milioni di dollari che comprende 5 milioni di dollari in contanti e 29,5 milioni di dollari in azioni. JP Morgan, in una nota, spiega che “il compenso annuale per il 2023 riflette la gestione della banca da parte di Dimon, con una crescita in tutte le sue linee di business leader di mercato, risultati finanziari record e un bilancio forte”.
Anche gli altri dirigenti del colosso Usa hanno ricevuto aumenti di stipendio. La retribuzione del presidente Daniel Pinto è aumentata del 5% arrivando a 30 milioni di dollari, mentre le co-responsabili del business consumer Jennifer Piepszak e Mariane Lake quest'anno saranno pagate 18,5 milioni di dollari, in aumento del 6%. Festeggia anche un altro top banker di Wall Street: il ceo di Morgan Stanley James Gorman dopo i numeri del 2023 ha visto aumentare la remunerazione complessiva del 17% a 37 milioni di dollari rispetto ai 31,5 milioni di dollari incassati lo scorso anno.
Anche i board delle grandi banche europee stanno valutando un aumento delle remunerazioni per la prima linea. Riflessioni in questo senso sarebbero per esempio in corso al vertice di Ubs, la banca che sta completando la difficile integrazione della ex rivale Credit Suisse sotto la guida del ceo Sergio Ermotti. Secondo il consensus degli analisti i ricavi 2023 dovrebbero superare quota 39 miliardi di dollari rispetto ai 34,6 miliardi dell'anno precedente mentre i profitti dovrebbero balzare a 28,9 miliardi per effetto del badwill derivante dal salvataggio.
Alla luce di questi numeri i soci potrebbero decidere di premiare Ermotti e la sua prima linea. Il banchiere ticinese peraltro è stato per anni al vertice delle classifiche europee dei ceo più pagati e nel 2020 aveva ricevuto una maxi-retribuzione da 13,3 milioni di franchi svizzeri pari a 11,9 milioni di euro. Riflessioni in questo senso sarebbero in corso anche in Deutsche Bank. Secondo gli analisti il gruppo di Francoforte da vrebbe chiudere il 2023 con ricavi oltre 29 miliardi rispetto ai 27,2 miliardi di fine 2022. Un incremento merito del rialzo dei tassi ma anche del lava ro di ristrutturazione fatto dal ceo Christian Sewing che negli ultimi tre anni ha fatto cambiare pelle all’istituto. Per questo già lo scorso lo stipendio del banchiere tedesco era stato alzato sia nel 2022 che lo scorso anno e un ulteriore ritocco potrebbe arrivare a breve.
”Approfondimenti sono in corso in quasi tutte le grandi banche, comprese quelle italiane, e non potrebbe essere diversamente dopo i risultati record incassati lo scorso anno”, spiega un consulente a MF-Milano Finanza.
In Italia peraltro aggiustamenti significativi sono avvenuti anche già lo scorso anno. L'ad di Media banca Alberto Nagel ha ricevuto una remunerazione totale di 5,8 milioni in crescita del 30% rispetto ai 4,5 milioni del 2021-2022, in seguito all'erogazione di una quota dell'incentivo di lungo termine maturato nel piano quadriennale.
L'assemblea 2023 di Unicredit ha invece votato per il ceo Andrea Orcel un compenso in crescita del 30% a 9,75 milioni, anche se vincolato al raggiungimento di certi obiettivi. Se molti ceo festeggiano, le cose non vanno bene nell'investment banking: Deutsche Bank, Ubs e SocGen stanno pianificando di ridurre l'importo della remunerazione variabile che pagheranno per il 2023 ai loro banker.
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