Tempo di lettura: 2min

Banche, arriva un'altra rassicurazione dell'Abi

8/10/2012

A fronte di un forte inasprimento della crisi, le banche italiane hanno operato con la dovuta prudenza mantenendo intatta la loro solidità, operando rafforzamenti importanti.


"La recessione che sta colpendo l'intera Europa - e, come confermato dai recenti dati Istat, l'Italia in maniera particolarmente acuta - rappresenta uno shock di inusitata violenza: negli ultimi cinque anni abbiamo cumulato due recessioni ed una perdita di prodotto di circa 7-8 punti in termini reali. Nella storia economica moderna non era mai accaduto che due episodi recessivi si verificassero in un lasso di tempo cosi' ristretto (2008-09 il primo e 2011-12 il secondo) e che fossero di dimensioni cosi' significative".

 

E' quanto si legge in una nota dell'Abi che spiega che "gli effetti sul sistema delle imprese italiane e sulla loro capacita' di far fronte alle obbligazioni contratte nei confronti delle banche sono evidenti: il tasso di decadimento, cioe' il numero dei nuovi prestiti che entrano in sofferenza rispetto allo stock di prestiti esistente ad inizio periodo, è passato dall'1,6% all'inizio del 2008 al 2,7% nel primo trimestre del 2012. Questo andamento non deve tuttavia portare ad esprimere giudizi affrettati circa la condizione strutturale della qualita' del credito delle banche italiane.

 

Se si confrontano gli andamenti delle sofferenze appena descritti con quelli dell'ultima recessione prima della Grande crisi, quella del 1992-93, ci si rende conto che il sistema produttivo italiano manifesta una buona solidita' relativa, commisurata cioè alla violenza dello shock macroeconomico: allora, nella fase più acuta della crisi, il tasso di decadimento era arrivato al 3,8%, oggi siamo di oltre 1 p.p. sotto quel valore pur a fronte di una perdita di pil di quattro volte maggiore rispetto a quella di allora".

 

Passi importanti

Dall'inizio della crisi gli istituti italiani hanno rafforzato egregiamente il proprio Core Tier 1 e adottato un modello, quello commerciale, che ha ridotto la rischiosità sistemica delle banche stesse.

Questo ultimo , infatti, implica una ridotta esposizione verso attivita' finanziarie e, in particolare, verso strumenti derivati complessi che sono stati all'origine della crisi e che, nonostante gli sforzi sul fronte regolamentare, continuano a generare rischi ben maggiori rispetto alle normali esposizioni creditizie. 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?