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Crisi, UE studia piani per evitare fuga dalle banche

5/22/2012 | Redazione Advisor

Gli istituti di credito temono che i clienti possano ritirare i depositi, ma l'UE si dive pronta a intervenire con un piano che metterebbe sotto sequestro...


Parola d'ordine: evitare la fuga dei clienti, che se per alcuni rappresenta uno spauracchio, nelle ultime settimane sta aggiungendo sempre più incertezza a una situazione già abbastanza complicata. Gli scenari del 1929 sembra farsi più concreti e la fuga dei clienti sempre più impellenti. Se anche il Wall Street Journal, nell'edizione di ieri (si veda l'articolo Clienti in fuga. A rischio 340 miliardi) afferma che le banche temono una fuga dei clienti nonostante i 1.000 miliardi messi sul piatto dalla BCE, forse qualche motivo di apprensione ci sarà. 

Meglio correre ai ripari. Per questo le autorità europee stanno studiando «un piano pan-europeo per garantire i depositi». Poche settimane fa Mario Draghi, il presidente della Bce, aveva auspicato un 'resolution plan', un piano per gestire e controllare salvataggi bancari su scala europea. Ma a muoversi sono anche la Banca d'Inghilterra, la Fsa (la Consob britannica) e la Fdic americana (l'ente che garantisce i mutui), che, come spiega quest'oggi il Financial Times, starebbero studiando un meccanismo di 'top-down bail-in', una sorta di messa sotto sequestro della banca a rischio da parte delle autorità, infliggendo perdite agli investitori ma salvaguardando l'operatività degli istituti. 

 

Ma la tensione oltre che la Grecia e la sua possibile uscita dall'euro, che creerebbe un effetto contagio che molti vorrebbero evitare, in primis i leader dei G8, la sta creando anche la Spagna: fra le voci, smentite, di fuga dei depositi da Bankia, Madrid stima che, pur nazionalizzata, la banca ha bisogno di altri 7-7,5 miliardi di euro. Secondo il Fmi, per superare gli 'stress test' imposti dal governo, il 30% delle banche spagnole avrà bisogno di aiuti di Stato, se non di una costosa nazionalizzazione tout court.

E non è la sola. La Francia del neo-presidente Hollande affronta la prima prova con la possibile nazionalizzazione di Credit Immobilier de France, l'istituto dei mutui. Scricchiolii arrivano anche dalla Germania: il settimo maxi-fondo immobiliare ha appena dichiarato la liquidazione, questa volta si tratta di Euroreal (che fa capo a Credit Suisse) con ordini di rimborso per 7,6 miliardi di dollari. E poi c'è‚ Jp Morgan che rappresenta un segnale d'allarme globale e chiama in causa l'esposizione americana verso il Vecchio Continente. La banca di Jamie Dimon, al di là del buco da almeno due miliardi di dollari subito proprio per l'esposizione nel Vecchio Continente, rappresenta il maggior acquirente di titoli garantiti da mutui in mercati europei oggi diventati rischiosi. 

Intanto il panico ha iniziato a circolare anche nell'amplob britannico. I clienti inglesi stanno ritirando fondi da Santander (200 milioni di sterline venerdì scorso), che ha dovuto ingoiare il declassamento da parte di Moody's. Proprio come le banche italiane: Montepaschi e Banco popolare sono ormai sulla soglia della "spazzatura". 

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