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7/11/2011 | Marcella Persola
Secondo l'ultimo rapporto Mckinsey le principali sfide che l'industria del risparmio gestito si troverà ad affrontare nel prossimo futuro riguardano: la capacità di attrarre dei nuovi investitori; migliorare la capacità di di comprendere i bisogni della clientela; modificare i business model.
Dallo studio condotto dalla società di consulenza internazionale, ripreso quest'oggi dalla Repubblica, emerge che negli ultimi tre anni le masse in gestione sono tornate a livello pre-crisi, non sono quindi incrementate. Quali le cause di questo scarso appeal del mondo del gestito? Secondo lo studio alcuni dei motivi della perdita di fiducia da parte degli investitori sono dovuti alla forte volatilità dei mercati, ma anche la concorrenza proveniente dal canale bancario che ha dirottato i clienti verso le emissioni obbligazionarie per reperire maggiore liquidità. Ed è propria la scarsa liquidità che sembra aver creato una vera e propria guerra tra gli intermediari: banche, società di asset management, e gli stessi stati sovrani.
Per questo motivo il "suggerimento" che arriva dalla ricerca di Mckinsey è quello di rivedere il proprio modello di business. Le società di gestione dovrebbero mostrarsi più comprensive dei bisogni dei clienti. E in questo forse l'aiuto dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) potrebbe rappresentare un vantaggio. In che modo? Chi meglio dei pf può capire le reali esigenze dei risparmiatori. Forse bisognerebbe aprire un dialogo con questi intermediari. Per carità alcune società già lo fanno. E per una volta ribaltare un po' i ruoli.
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