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Pimco: Italia e Spagna in portafoglio anche per il prossimo anno

10/25/2012 | Roberto Abate

Lo spiega nel suo ultimo outlook Andrew Balls, responsabile della gestione del portafoglio in Europa. I due paesi offrono fonti relativamente appetibili di rischio di credito


Pimco continua a credere in una soluzione positiva alla crisi dell’eurodebito. Dopo l’annuncio delle scorse settimane di Bill Gross, che nella consueta newsletter mensile agli investitori ha detto di preferire i titoli di Stato dell’Europa periferica ai Treasuries, anche Andrew Balls (nella foto), responsabile della gestione del portafoglio in Europa di Pimco, torna spiegare nel suo ultimo outlook le strategie di investimento per il prossimo anno che si focalizzano sui due principali paesi dell'Europa periferica.

"Ci siamo ampiamente diretti verso una posizione neutrale /sovra - pesata su Italia e Spagna, dopo un triennio in cui abbiamo mantenuto un'esposizione piuttosto limitata ai paesi europei periferici. Quest'orientamento – spiega - riflette le nostre aspettative legate a un ampio coinvolgimento della Bce nell'acquisto dei titoli di stato e alla richiesta da parte della Spagna di beneficiare del sostegno del meccanismo europeo di stabilità nel corso delle prossime settimane”.

Non solo. Il posizionamento di Pimco, inoltre, rispecchia il valore relativo offerto dalle obbligazioni sovrane dei due paesi, che l’asset manager USA (controllato dal gruppo Allianz) ritiene più sicuri di Irlanda e Portogallo, mentre la Grecia è ancora da evitare, e da alcuni titoli di credito del settore privato rispetto alle alternative nel comparto creditizio ed europeo e globale.

"Anche se abbiamo puntato su un'esposizione in Italia e Spagna - prosegue - in ragione del piano di acquisto dei titoli da parte della Bce con scadenze a uno a tre anni, abbiamo incrementato anche il nostro posizionamento sulle scadenze quinquennali. I due paesi offrono fonti relativamente appetibili di rischio di credito, ma non di tasso, ecco perché continuiamo a mantenere un approccio cauto, calibrando le nostre posizioni”. La sopravvivenza della zona euro, conclude, dipenderà dei quattro paesi principali (Germania, Francia, Italia e Spagna) di rimanere uniti e dia dare vita a un'unione monetaria più stabile.
 

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