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I titoli di Stato italiani sono un affare

9/5/2012 | Francesco D'Arco

Niente Europa senza Roma. Christophe Bernard, Chief Strategist del Gruppo Vontobel, non ha dubbi: "L'Italia è un paese chiave per il futuro dell'area euro" e, dal momento che un'operazione di salvataggio sarebbe troppo onerosa...


 

Niente Europa senza Roma. Christophe Bernard, Chief Strategist del Gruppo Vontobel, non ha dubbi: "L'Italia è un paese chiave per il futuro dell'area euro" e, dal momento che un'operazione di salvataggio sarebbe troppo onerosa, la BCE, assieme all'EFSF secondo Bernard riuscirà "a frenare l'ascesa dei tassi di interesse". Questa convinzione unita al fatto che l'Italia rimane il "maggiore mercato obbligazionario d'Europa e il terzo del mondo dopo gli USA e il Giappone" spingono Vontobel ad annunciare una mossa "che potrà sembrare controcorrente: abbiamo deciso di acquistare titoli di Stato italiani a lunga scadenza, perché offrivano un rendimento allettante e – a nostro parere – un basso rischio di downside", spiega lo chief strategist della società.
 
 
"L’Italia ha un pesante onere fiscale, con un rapporto debito-PIL del 120%. Per molto tempo ha registrato una crescita economica minima e ha perso di competitività dopo l’adozione dell’euro" continua Bernard. "D’altro canto, genera un notevole avanzo primario (pari quasi al 2% del PIL) e ha mantenuto stabile il rapporto debito -PIL dal 1992 (un’impresa senza pari tra i paesi dell’area dell’euro); inoltre sta attuando riforme strutturali e una profonda trasformazione del sistema pensionistico. La capacità dell’Italia di stabilizzare la dinamica del debito è molto maggiore di quanto pensino gran parte degli operatori".
 
 
Mentre per quanto riguarda i mercati in generale, il clima rimane invariato: "elevati livelli di debito, una crescita insufficiente, massicci e ripetuti interventi delle banche centrali e crescenti rischi fiscali e regolatori, che influenzano la visibilità degli utili in molti paesi" conclude Bernard. "Non ci aspettiamo quindi una stabile tendenza rialzista delle borse, bensì un’oscillazione dei corsi entro un ampio range. Per questi motivi restiamo fedeli al nostro indirizzo di lunga data, che privilegia il debito dei mercati emergenti e le obbligazioni high-yield, mentre evita i titoli di Stato della Germania e della Svizzera e mantiene una notevole esposizione in oro. Nonostante i recenti acquisti, deteniamo un’ingente posizione cash, che ci permette di cogliere interessanti opportunità di investimento quando si presentano".

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