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Consulenti (ex-promotori), ecco il tallone d'Achille dei bond in Italia

5/30/2012 | Massimo Morici

Lo spiega ad AdvisorOnline Donatella Principe, head of Institutional business di Schroders Italia


La situazione italiana si conferma estremamente critica. Colpa della debolezza economica, della lentezza nel processo di riforme strutturali e della scarsa produttività dei fattori, aggravata da una critica situazione dei conti pubblici. Lo spiega ad AdvisorOnline, Donatella Principe (nella foto), head of Institutional business di Schroders Italia. "Invece di approfittare della grande opportunità offerta dal volano dell’Unione Europea, l’Italia - spiega - dall’ingresso nell’Euro ha perso quasi il 40% della propria competitività internazionale e si trova oggi svantaggiata sia sul fronte interno, per la debolezza della domanda privata in una fase recessiva, sia su quello delle esportazioni, vista la maggiore competizione in un contesto di deleveraging globale".


Dopo le molteplici recessioni che si sono succesute in Italia nell’ultimo decennio, in un contesto quale quello attuale di recessione, austerity e inflazione sopra la media europea, ad oggi sussiste il rischio reale che L’italia veda dissiparsi quest’anno anche il suo “tesoretto”: quell’avanzo primario che la qualifica come un’eccezione positiva tra le principali economie sviluppate.


"Lo stretto connubio tra il debito pubblico e il settore bancario - prosegue - si è rivelato il vero tallone d’Achille per l’Italia sui mercati finanziari, con l’esposizione ai BTP che ha ridotto le possibilità di finanziamento delle banche italiane sul mercato, esasperandone i costi; ma al contempo con l’approvvigionamento tramite LTRO che è stato in buona parte speso proprio per sottoscrivere altro debito pubblico locale: da Dicembre 2011, con la prima e la seconda LTRO, l'esposizione delle banche italiane ai titoli di stato italiani è esplosa con un +86 miliardi in soli 4 mesi, più di quanto acquistato nei due anni precedenti. Il controvalore dei titoli di stato italiani nei bilanci delle banche italiane si attesta ora a 291 miliardi, in crescita del +98% in 27 mesi (dal Dicembre 2009 al Marzo 2012)".


Paradossalemente, secondo Principe, ignorando i probelmi con le Cajas, perfino la situazione delle banche spagnole non appare così fragile come quella del sistema bancario italiano; il cui processo di ricapitalizzazione non ha tenuto il passo con l’aggravarsi della crisi. Il fatto che l’Italia parta con un livello Debito/Pil nettamente superiore alla Spagna la pone anche in una posizione più critica in termini di eventuali margini di sostegno da parte del governo al settore bancario. "Sebbene la possibilità di un default dell’Italia appaia a oggi ancora remota - conclude - e compatibile solo con uno scenario estremo negativo di uscita disordinata della Grecia dall’Euro con successivo effetto-domino, non di meno il livello dei rendimenti dei titoli di stato italiani non appare in grado di compensare per i rischi associati".

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