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La sostenibilità influenza anche il debito sovrano

3/5/2024 | Marcella Persola

Ne è convinto Lazaro Tiant, sustainable investment analyst di Schroders che sottolinea come l'interazione tra cambiamenti climatici, evoluzione demografica, e instabilità geopolitica sono influenti nella crescita di un paese


La sostenibilità è un fattore determinante sulle prospettive del debito sovrano di un paese. Ne è convinto Lazaro Tiant, sustainable investment analyst di Schroders che sottolinea come l'interazione tra cambiamenti climatici, evoluzione demografica, polarizzazione politica e instabilità geopolitica può influenzare profondamente la competitività, la crescita e l'inflazione di una nazione. 

“I rischi associati ai cambiamenti climatici hanno un impatto diretto su attività agricole, disponibilità di cibo e prezzi, il che potrebbe potenzialmente far aumentare i rischi d’inflazione e influenzare negativamente i paesi che dipendono dalle importazioni. Analogamente, i Paesi esposti a caldo estremo e inondazioni possono subire danni economici significativi” sottolinea l'analista della casa di gestione.

Dagli anni Settanta, le perdite economiche dovute ai cambiamenti climatici sono state pari a 4.300 miliardi di dollari, di cui 1.700 miliardi negli USA. Tuttavia, se si considerano le dimensioni delle diverse economie, gli effetti sono sproporzionati, perché i paesi sviluppati hanno subito perdite economiche equivalenti a meno dello 0,1% del Pil in oltre l'80% dei disastri, e nessuna perdita superiore al 3,5% del Pil. Di contro, nei paesi meno sviluppati, le perdite sono state pari a oltre il 5% del Pil, con disastri che hanno causato perdite fino quasi al 30%.

“Chi investe in modo sostenibile nel debito sovrano deve prestare attenzione alle modalità in cui queste tematiche influiscono sui costi di finanziamento, per via della riduzione del Pil o tramite cambiamenti nella politica fiscale o monetaria, oppure attraverso aspettative d’inflazione strutturalmente alterate. Politiche come l'Inflation Reduction Act (IRA), il Critical Raw Minerals Act dell'UE o il piano di decarbonizzazione della Cina, stanno aumentando in termini di dimensioni e potenza, con conseguenze economiche potenzialmente consistenti. I paesi che stanno compiendo progressi significativi in termini di sforzi di transizione o adattamento dovrebbero contribuire a ridurre i rischi associati ai propri tassi di rendimento” precisa Tiant.

Un altro fattore determinante è la demografia, poiché esercita pressioni sulle traiettorie del debito a lungo termine. L'istruzione può compensare le disuguaglianze di reddito e rafforzare la sostenibilità fiscale, a condizione che l'impatto della “fuga dei cervelli” sia mantenuto al minimo. 

"In un'economia basata sulle conoscenze, le idee e i metodi originali perseguiti dai singoli possono essere impiegati da altri, favorendo la creazione di valore sociale e una potenziale crescita economica, come l'innovazione nei diversi settori. Tuttavia, la mobilità e la "fuga dei cervelli" possono avere impatti significativi sulle capacità interne di un paese e sulla sua crescita futura" evidenzia l'analista di Schroders.

Da ultimo, infine, la stabilità sociopolitica può influenzare i premi per il rischio a livello politico, rafforzando o minando la solidità istituzionale. 

“L'instabilità sociopolitica può comportare costi economici significativi, tra cui disruption a livello dell'industria e delle catene di approvvigionamento, riduzione della produttività, svalutazione delle opportunità d’investimento e riduzione delle prospettive di crescita economica. Di contro, i paesi politicamente e socialmente stabili creano contesti favorevoli alle aziende, incoraggiando una crescita economica sostenuta” suggerisce Tiant.

Nel complesso, gli effetti negativi dell'instabilità politica sul credito sovrano sono significativi. “I conflitti e le divisioni geopolitiche possono generare turbolenze per l'attività economica, scoraggiare gli investimenti e incidere sulla crescita. Per gli investitori è fondamentale considerare la resilienza, l'adattabilità e la capacità di un paese di affrontare le sfide geopolitiche, rimanendo al contempo competitivo” conclude l'esperto.

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