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12/21/2023 | Marcella Persola
L'attuale revisione della Commissione europea deve affrontare il problema di come la direttiva SFDR possa fornire informazioni più chiare e significative agli investitori retail, promuovere la finanza di transizione e allinearsi bene con le altre normative pertinenti. E’ questo il monito lanciato da EFAMA che sostiene siano urgenti necessari cambiamenti sia a livello aziendale sia a livello normativo per contribuire alla transizione economica e tecnologica in modo più efficiente.
A tal fine EFAMA, l’associazione europea del risparmio gestito, ha proposto una serie di soluzioni, tra le quali: un nuovo sistema di categorizzazione basato sulle intenzioni del prodotto.
Secondo l’associazione classificare i prodotti finanziari in base alle loro intenzioni di sostenibilità utilizzando criteri oggettivi, tra cui una chiara descrizione delle intenzioni del prodotto, una spiegazione delle strategie ESG che verranno seguite e la specificazione di KPI credibili.
Altro aspetto riguarda la finanza di transizione: il concetto di finanza di transizione deve essere chiaramente definito e integrato nella direttiva SFDR. In questo modo si incentiveranno gli investimenti che aiutano le aziende a muoversi verso un modello di business più sostenibile, piuttosto che concentrarsi solo su progetti o aziende già sostenibili.
Fornire informazioni semplificate sui prodotti. Introdurre un modello di informativa standard per tutti i prodotti finanziari con dichiarazioni di sostenibilità, rendendo le informazioni più accessibili agli investitori al dettaglio e -aggiungiamo noi- rendere i prodotti anche confrontabili.
Allineamento con le altre normative in essere sul fronte distributivo. Per essere efficaci nella pratica, le categorie di prodotti devono essere comprensibili per gli investitori retail. È quindi fondamentale allineare qualsiasi modifica alla SFDR con le preferenze degli investitori in materia di sostenibilità previste dalla MiFID e dalla IDD.
Infine per evitare inutili duplicazioni, la rendicontazione di sostenibilità a livello di entità nell'ambito della SFDR dovrebbe essere allineata alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), in modo da ridurre i costi e concentrarsi sulla fornitura di informazioni realmente utili al processo decisionale.
Anyve Arakelijan, regulatory policy advisor di EFAMA, ha commentato: "La trasformazione degli articoli 8 e 9 dal loro ruolo originario di informative a etichette de-facto evidenzia la crescente necessità del mercato di un sistema di categorizzazione ben definito. Ciò semplificherebbe il panorama per gli investitori, soprattutto se queste categorie avessero nomi intuitivamente comprensibili. Allo stesso tempo, riteniamo che sia utile sfruttare l'attuale familiarità del mercato con i concetti di SFDR, come gli IPA, per integrare ulteriormente il regime di categorizzazione dei prodotti".
Tanguy van de Werve, direttore generale di EFAMA, ha commentato: "Questa revisione della SFDR è necessaria e ci congratuliamo con la Commissione per essere aperta a cambiamenti piuttosto significativi se sono nell'interesse degli investitori. Qualunque siano le modifiche, il regime di sostenibilità per gli investitori previsto dalla MiFID e dalla IDD dovrà essere allineato di conseguenza per migliorare il percorso del cliente e facilitare gli investimenti sostenibili".
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