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Green bond: come aggiungere del “verde” in portafoglio

9/25/2023 | Redazione Advisor

Dal lancio della prima emissione nel 2007 si è assistito a una crescita di questo settore e anche di strumenti per averne esposizione. Così come evidenzia UBS AM che ha lanciato un ETF su tali strumenti.


I green bond a differenza delle obbligazioni tradizionali sono strumenti obbligazionari i cui proventi vengono utilizzati per finanziare progetti legati al clima o all’ambiente. Oggi rappresentano la quota maggiore di emissioni del mercato delle obbligazioni e il loro ammontare emesso annualmente è in costante crescita dal 2014 e ha superato per la prima volta il traguardo dei 500 miliardi di dollari nel 2021.

Ci sono voluti diversi anni perché questo mercato si affermasse, ma oggi rappresenta un segmento fondamentale dell’asset class del reddito fisso. Dal lancio del primo green bond nel 2007 da parte della Banca Europea per gli Investimenti sono stati emessi oltre 68 miliardi di euro di green bond.

 

Con il crescere del mercato sono aumentate anche le possibilità per gli investitori di prendervi parte. Ad esempio UBS AM ha lanciato UBS ETF (LU) Global Green Bond ESG 1-10 UCITS ETF, un green bond aggregato globale con scadenza 1-10 anni. Una soluzione che offre agli investitori un'esposizione globale ai titoli a reddito fisso emessi per finanziare progetti con benefici ambientali diretti.

 

“Noi abbiamo lanciato una soluzione innovativa per investire in questo mercato in crescita. È un ETF che replica l'indice Bloomberg MSCI green bond aggregate globale con scadenza da uno a 10 anni. La strategia sviluppata insieme a Bloomberg sfrutta i dati ESG di MSCI ed esclude gli emittenti con basso rating ESG o coinvolti in controversie molto gravi. Il nuovo ETF, classificato come articolo 8 della normativa SFDR, investe in green bond governativi e corporate ed è quotato sulle principali borse europee, tra cui Borsa Italiana anche nella classe euro-hedged. Un aspetto importante da non dimenticare è il profilo ESG dell'emittente sottostante” sottolinea Alessandra Calabretta, director, ETF & Index Fund Sales Italy.

 

Secondo l'esperta però ci sono degli aspetti che vanno valutati con attenzione. “Se da un lato un green bond può assicurare che i proventi vengano utilizzati per finanziare progetti legati al clima, dall'altro non mette al riparo gli investitori dai rischi legati a notizie negative o dal coinvolgimento degli emittenti in attività controverse” precisa Calabretta. Per questo è fondamentale che si adotti uno screening ESG molto efficiente. “Un emittente con uno scarso track record in termini di rischio ESG, potrebbe risultare meno credibile ed efficace rispetto a un emittente con un profilo più solido. Per questo è importante che, in aggiunta ai principi dei green bond, i titoli vengano sottoposti anche a uno screening ESG. Lo screening applicato dall'indice esclude gli emittenti con un debole profilo ESG, quelli coinvolti in controversie e in attività ritenute non sostenibili, come per esempio le armi, il tabacco o il carbone” conclude il director, ETF & Index Fund Sales Italy.

 

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