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World Water Day, l’urgenza di un cambiamento

3/22/2023

In occasione della ricorrenza istituita nel 1992, le Nazioni Unite ricordano che siamo ancora lontani dal raggiungimento dell’Obiettivo 6 per lo Sviluppo Sostenibile, ovvero garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti


Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell’acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, e che quest’anno si concentra sull’urgenza di un’accelerazione del cambiamento per risolvere la crisi idrica e igienico-sanitaria. La disfunzione durante tutto il ciclo dell'acqua mina i progressi su tutte le principali questioni globali, dalla salute alla fame, dall'uguaglianza di genere al lavoro, dall'istruzione all'industria e dai disastri alla pace.

 

Per comprendere quanto l'oro blu sia una risorsa cruciale bastino alcuni dati, raccolti da varie organizzazioni internazionali, quali OMS, UNICEF, ONU e OCSE: ogni anno 1,4 milioni di persone muoiono, e 74 milioni avranno un’aspettativa di vita ridotta a causa di malattie legate alla scarsità di acqua, servizi igienico-sanitarie igiene; un individuo su 4 – parliamo di due miliardi di persone – non dispone di acqua potabile sicura, mentre quasi la metà della popolazione mondiale –  3,6 miliardi di persone – non dispone di servizi igienico-sanitari sicuri; secondo le stime, la domanda globale di acqua (in prelievi idrici) aumenterà del 55% entro il 2050.

 

Come sottolineano gli esperti di LGIM, “considerando che la popolazione globale dovrebbe crescere da 7,9 miliardi di individui odierni a 9,7 miliardi nel 2050, è facile capire come mai la questione dell’acqua diventerà una problematica sempre maggiore in futuro. Un altro motivo che deve spingerci a usare questa risorsa in modo più efficiente è rappresentato dai cambiamenti climatici, che non solo aggiungono ulteriore pressione al tema, ma ne danno anche una dimensione nuova sotto tanti punti di vista”. Per contestualizzare meglio il tema, “si pensi che nel 2021 l’impatto economico derivante da uragani, inondazioni e siccità in paesi come l’Australia, il Canada, la Cina, gli Emirati, le Filippine, il Regno Unito e gli Stati Uniti si è attestato complessivamente a 224,2 miliardi di dollari, il doppio della media degli ultimi 20 anni. Se poi si va a considerare la spesa necessaria alla modernizzazione dell’infrastruttura idrica, il range dei costi va da 6,7 trilioni di dollari nel 2030 a 22,6 trilioni nel 2050. Infine, ad aggiungere ulteriore pressione al tema della fornitura di acqua è la questione delle perdite che si registrano nel sistema di tubature collegate alle nostre abitazioni. Per fare un esempio, in Uk ci sono 346.455 chilometri di tubature idriche, che tutti i giorni fanno registrare un ammontare di perdite che potrebbe riempire fino a 1.245 piscine olimpioniche”.

 

Alla luce di ciò, la questione dell’acqua è e sarà una tematica che attrarrà una grande quantità di denaro per risolvere tutte le problematiche presentate, e per questo può essere considerata anche come una grande opportunità di investimento.

 

Da questo punto di vista un contributo importante per affrontare le sfide legate alla carenza idrica può venire secondo Wellington Management dall’impact investing. “Le nostre ricerche, in collaborazione con il Woodwell Climate Research Center, hanno ribadito che esistono opportunità di investimento in soluzioni che rafforzano le infrastrutture idriche e promuovono la conservazione e l’efficienza delle risorse idriche” chiariscono Louise Kooy-Henckel, Joy Perry e Paul Skinner, investment directors della società di gestione. “Alcune di esse sono a lungo termine: ad esempio, la desalinizzazione è un processo costoso, con effetti collaterali potenzialmente dannosi per l’ambiente ma, visto l’intensificarsi della penuria d’acqua, potrebbe diventare una soluzione più conveniente in alcune regioni. Le opportunità più immediate riguardano la filiera del valore dell’acqua che, oltre ad essere frammentata, a nostro avviso, potrebbe consentire alle aziende di rafforzare i propri vantaggi competitivi e di promuovere il cambiamento, soprattutto facendo leva sulle loro competenze digitali”.

 

Parlando di opportunità d’investimento, in generale come ha performato il tema dell'acqua sui mercati? “Le società europee del settore idrico si sono mosse in linea con il mercato europeo delle obbligazioni societarie, che nel 2022 ha sofferto a causa dell'impatto della guerra in Ucraina sui mercati energetici, sulle catene di approvvigionamento e sull'inflazione dei costi” spiega Robert Lambert, portfolio manager, investment grade, RBC BlueBay AM. “Sebbene le società idriche europee siano state parzialmente isolate da queste sfide, dato che acquistano una parte significativa dell'energia attraverso contratti a prezzo fisso a lungo termine, la pressione a breve termine è stata comunque elevata. In media, i costi dell'energia sono raddoppiati, un dato significativo se si considera che in genere rappresentano circa il 10% della base dei costi”.

 

Al di fuori dell'Europa, Lambert rileva che le società idriche degli Stati Uniti e dei mercati emergenti hanno ottenuto risultati migliori grazie a un impatto meno diretto sui prezzi dell'energia. “Gli Stati Uniti, ad esempio, godono di indipendenza energetica, con abbondanti forniture di gas e un mercato dell'elettricità più efficiente. Inoltre, riguardo all’inflazione, la Federal Reserve ha agito più rapidamente della BCE”.

 

Negli ultimi anni si sono registrati notevoli progressi per quanto riguarda le soluzioni innovative sviluppate e messe in campo dalle aziende che si occupano di trattamento e gestione dell’acqua a livello mondiale. Tuttavia, come ricordano gli esperti di Wellington, “poiché le Nazioni Unite stimano un’incredibile carenza di finanziamenti pari a 114 miliardi di dollari all’anno per raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 6 (Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie) entro il 2030, c’è ancora molta strada da fare. In definitiva, riteniamo che investitori, imprese e governi svolgeranno un ruolo determinante per contribuire a colmare questo gap a livello di finanziamenti, nell’ambito degli sforzi globali tesi alla transizione verso un futuro sostenibile”.

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